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È stata la mano di Dio, un film da Oscar

È stata la mano di Dio film del celebre regista napoletano Paolo Sorrentino, è in gara come miglior film straniero.

Un film dove Sorrentino ha reinventato il proprio stile, distaccandosi da quelli che dalla critica erano definiti i “canoni della sua tradizione”.

L’inconfondibile stile del regista è apparso sin da subito molto vicino alla quotidianità, alla realtà che può appartenere a tutti.

Ciò che più colpisce è il distacco che Sorrentino opera all’interno del film. Un distacco che non ci si aspetta da Sorrentino, ma che permette di raccontare con un nuovo imprinting una storia che tocca il cuore.

Sorrentino racconta attraverso il personaggio di  Fabietto, alcuni momenti importanti della propria vita, i genitori amorevoli e il caratteristico fischiettìo con cui si cercavano e si rispondevano dichiarandosi amore; ma il film è anche altro: un susseguirsi di dinamiche non solo personali ma anche famigliari, alla presenza di  un fratello maggiore con cui condivide qualche passione ed una sorella quasi inesistente. 

Le piccole gioie del pranzo con i parenti sono contrapposte alle delusioni che attraversano i legami con zii e conoscenti, intaccando anche il proprio piccolo nucleo famigliare a causa di un tradimento da parte del padre.

Fabietto può gioire nel poter vedere giocare a Napoli il suo idolo Maradona, ma in un perfetto gioco di parallelismi e contrapposizioni tra illusione e realtà, si trova a fare i conti con la tragedia che ha scombussolato (la vita del regista): la perdita dei genitori a causa del monossido di carbonio.

Il protagonista dovrà farsi carico di questo terribile bardello esistenziale, cercando un proprio posto nel mondo e convivendo con un dolore che probabilmente non potrà mai essere colmato.

È stata la mano di Dio: trama e stile

La trama è ambientata a Napoli negli anni Ottanta; essa appare come un perfetto quadro di sogno e realtà; bellezza e suggestione, un mix perfetto quello creato dal regista, che ha portato il film È stata la mano di Dio a conquistare diversi premi e candidature sia in Europa che oltreoceano, tanto da essere selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar del 2022 nella sezione del Miglior Film Internazionale.

Il film, particolarmente amato dal pubblico, pur allontanandosi dallo stile narrativo canonico di Sorrentino è quello che più avvicina gli spettatori al regista napoletano.

Tutto ciò avviene con la partecipazione emotiva alla vita propria di Sorrentino, che renderà partecipi di ciò che l’ha reso ciò che è oggi.

Tra una risata genuina ed una lacrima di commozione, Napoli e Maradona riportano indietro nel tempo, in un viaggio a ritroso che offrirà uno spaccato di vita quotidiana, quasi intima, di Sorrentino.

“È stata la mano di Dio mescola: l’ironia, la libertà, la tolleranza, il dolore, la spensieratezza, la volontà, il futuro, Napoli e mia madre”, ha dichiarato il regista una volta appurata la candidatura, ringraziando anche Netflix, Fremantle, The Apartment, gli attori e la troupe.

La cerimonia di premiazione della 94esima edizione degli Academy Awards si terrà domenica 27 marzo a Los Angeles.

È stata la mano di Dio, il film più personale di Paolo Sorrentino, è entrato nella cinquina del “best international feature film”, nuova formula più inclusiva per definire il miglior film straniero.

L’ultimo premio del regista e quindi anche dell’Italia, nel 2014 con La grande bellezza che poi si era aggiudicato l’Oscar.