sabato 23 Novembre, 2024
11.2 C
Napoli

Articoli Recenti

spot_img

Dottor Vittorio Imperatore: urologia in pandemia

La sanità meridionale, come sempre, è al centro della bufera. Molti gli attacchi alla stessa, attacchi a dir poco inconsistenti data l’ottima capacità di fronteggiare l’emergenza e di riallineare la curva dei contagi. Il XXI Secolo, sempre attento al proprio territorio, ha deciso quindi di portare una testimonianza di eccellenza, intervistando il Dottor Vittorio Imperatore, Specialista in Urologia e Responsabile U.O.S. Urologia presso uno degli Istituti d’eccellenza ubicati proprio nel meridione italiano, l’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli, ubicato a Napoli in Via Alessandro Manzoni.

Puntualizzazione necessaria riguardo questo tema, di fondamentale importanza, necessaria a sottolineare professionalità e dedizione, da sempre parole d’ordine della sanità meridionale, qui esemplificate dalla persona del Dottor Vittorio Imperatore, Responsabile del reparto di urologia della struttura che, affiancato dal proprio staff, svolge un’attività lavorativa impeccabile.

Dottor Imperatore: l’eccellenza nel pieno della pandemia

  • Dottor Imperatore come è cambiato il suo impegno quotidiano a causa della pandemia?

«Come per tutti ha stravolto la vita, parlando della vita lavorativa ci sta costringendo a ridurre i contatti fisici con i nostri pazienti, nel visitarli, ma banalmente anche nel salutarli e nel comunicare, la mascherina è una barriera per il virus, ma anche per i sorrisi.»

  • Quanto può incidere un virus come quello del Covid-19 sulle patologie rientranti nel merito dell’urologia?

«Direttamente non ci sono interferenze del virus con l’apparato genito-urinario, ma indirettamente incide in modo preoccupante, i pazienti sono disorientati, hanno paura di infettarsi, e rimandano i consulti, inoltre gli ambulatori chiusi per le patologie non urgenti, amplificano questa paura. Il messaggio che voglio ribadire è che i pazienti devono rimanere in contatto con il medico di medicina generale per comunicare le variazioni del loro stato di salute, solo così il curante potrà capire se necessitano di una valutazione specialistica non differibile che se trascurata potrebbe incidere sulla salute. Giungere all’aggravamento dei sintomi, spesso costringe agli accessi di pronto soccorso e così aumenta il rischio di incrociare percorsi infetti.»

  • Quali rischi ci sono per i pazienti urologici affetti da Covid-19?

«Ancora non abbiamo la possibilità di trattare i pazienti COVID in ospedali dedicati, quindi i pazienti, che non hanno patologie indifferibili dovranno sicuramente rimandare i trattamenti specialisti.»

  • Ci sono patologie rientranti nel ramo urologico che portano una maggiore esposizione al virus?

«Direttamente no! Alcuni pazienti necessitano però di trattamenti ospedalieri come i pazienti oncologici, e quelli con sospetta diagnosi di neoplasia, quindi dovranno uscire e questo aumenta il rischio di esposizione all’infezione. In ospedale da noi, nell’unità operativa dipartimentale di urologia del Fatebenefratelli che io dirigo, abbiamo creato, aumentando i nostri carichi di lavoro, in concerto con la direzione, percorsi quanto più sicuri possibile, distanziando gli appuntamenti, aumentando gli spazi, rispettando i protocolli di sicurezza e dedicandoci ad accurate anamnesi prima e durante le accettazioni dei pazienti intente ad individuare quei pazienti che hanno un’ aumentato rischio di essere infetti e attuando una serie di misure ulteriori per quest’ultimi.»

  • Per quanto riguarda il rapporto con i pazienti, come si sono evolute le procedure nel corso della pandemia?

«Le procedure restano sempre le stesse, mantenere le distanze e utilizzare DPI idonei alla protezione, l’igiene personale, ma soprattutto ripristinare i corretti rapporti con il curante, imparando a comunicare maggiormente utilizzando quei mezzi che ci consentono di farlo a distanza come le videochiamate, mail ecc.»

  • Quali sono le sue raccomandazioni da specialista in merito al Covid-19?

«Ribadisco, massima attenzione, rispetto delle normative, ma non sottovalutare i sintomi che in nostro organismo ci dà, contattare il curante, o lo specialista di riferimento, non aspettare l’aggravarsi dei sintomi che ci costringerebbe ai percorsi di urgenza.»

  • Quali sono invece le sue previsioni in merito?

«Sono fiducioso nella medicina, sicuro che in tempi brevi, anche se non immediati, ci sarà un vaccino, una nostra possibilità per uscire dall’emergenza, ma non abbassiamo la guardia, perche se non rispettiamo le distanze il rischio di una nuova epidemia non controllabile è dietro l’angolo, noi operatori sanitari continueremo a dare il massimo per offrire il massimo ai nostri pazienti.»

La redazione del XXI Secolo ringrazia il Dottor Vittorio Imperatore per la professionalità e la cortesia, all’insegna delle quali si è svolta l’intervista, nonché per la quotidiana attività lavorativa, una vera e propria missione al servizio della società.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II