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Dott.ssa Carmen Foglia: “un anno di chiusure, danno economico, sociale e alla salute”

Intervista alla dott.ssa Carmen Foglia per discutere di movimento e salute, ma anche della gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia del Covid19.

Un anno di lockdown, un anno di attività sospese e riaperte a singhiozzo con molteplici restrizioni.

Un anno in cui i proprietari di palestre e centri sportivi hanno dovuto abbassare la serranda e demandare a tempi migliori la riapertura delle loro attività.

Una sospensione, però, che non pesa solo sulle finanze di queste persone, ma che va contro tutto ciò in cui credono. Abbiamo chiesto alla dottoressa Carmen Foglia, proprietaria della palestra Fisiosport a.s.d. e laureata in scienze motorie e fisioterapista, di spiegarci il suo punto di vista.

La dottoressa Foglia ha deciso di aprire questo tipo di attività per utilizzare la ginnastica a scopo preventivo, perché convinta che oltre alla cura di patologie semplici alla colonna o posturali, che possono essere trattate e recuperate o contenute, si possa, con il movimento appunto, prevenire l’insorgenza di altre patologie.

Non ha perso la positività in questo anno la dott. Foglia, anzi, ha cercato in tutti i modi di restare accanto ai suoi iscritti senza perdersi d’animo, come lei stessa ci spiega: «Ho cercato di trovare strade alternative, come ad esempio le attività on-line, le attività all’area aperta, fin quando è stata consentita, perché adesso in zona rossa non è più possibile nemmeno quella. Devo essere sincera, nonostante l’attività in presenza sia sicuramente più dinamica e da remoto più noiosa, abbiamo avuto un gran numero di adesioni alle lezioni sia on line, sia all’area aperta. All’aperto abbiamo organizzato delle passeggiate sul territorio, con delle pause in alcune aree verdi per poter effettuare degli esercizi. Organizzavamo questi “eventi” all’aperto il sabato o la domenica per dare la possibilità a tutti di partecipare. Questo per spronare le persone non solo al movimento ma anche alla positività, ovviamente sempre rispettando le norme vigenti per il contenimento dell’epidemia da Covid19».

Dottoressa Foglia, oltre al danno economico che la sua, come le altre attività del settore, ha subito lei ci parla di un danno alla salute ci spieghi perché.

«In tutto questo tempo ho cercato di mantenere una visione positiva, anche quando, nonostante quanto annunciato dalle tv, l’affitto e le spese da pagare sono arrivate e la palestra era chiusa. A gennaio poi sono stati bloccati anche i ristori e questa è stata un’altra battuta d’arresto.

Abbiamo cercato, in questi mesi, di spingere le persone a non fermarsi con il percorso intrapreso, proprio perché l’immobilità è la prima causa di tante patologie alla colonna, ad esempio l’ernia non fuoriesce soltanto perché ho alzato male una confezione d’acqua, ma fuoriesce perché il muscolo non è forte da poter sostenere la cassa d’acqua e quindi noi di Fisiosport a.s.d abbiamo cercato sostenere questo che il movimento è salute.

Il corpo è progettato per il movimento, quindi quando lo blocchi per un anno intero davanti a un computer in smart working è lì che subentra la patologia. Ed è questo che ci ha spinto come attività a non mollare.

Io penso che la mancanza di movimento sia la causa di tanti problemi, oggi soprattutto nei giovani, rispetto a prima. Queste patologie di solito si manifestavano in persone più adulte, dai 60anni in poi, oggi arrivano da noi in struttura ventenni con delle ernie molto importanti, perché si muovono di meno. Questo perché, prima la maggior parte delle persone faceva in gran parte lavori manuali stimolando la muscolatura, fortificandola, quando poi si fermavano perché non avevano più l’età e la forza per svolgere quel lavoro ecco che subentrava la patologia da mancanza di movimento. Oggi invece colpisce molto i giovani e i giovanissimi, i bambini in età evolutiva con scoliosi o problemi alla colonna sono aumentati del 70% rispetto a prima».

Parlando di bambini, dott.ssa Foglia, lei con la sua attività, prima del Covid19 si occupava di un progetto molto particolare, che vedeva coinvolti bambini di varia età, con disabilità, parlo del progetto Motoriamente. Ci spieghi che cos’è e cosa ha voluto dire sospenderlo.

«Motoriamente è un progetto di integrazione, non partecipavano solo bambini patologici, ma vari gruppi di bambini patologici e non. La nostra mission era stimolare da un punto di vista cognitivo e motorio il bambino che presentava la patologia e il bambino privo di patologia ad una cultura sociale. Infatti è stata una grandissima vittoria. I bambini svolgevano le attività in base alla loro età e la cosa bellissima era che il bambino che riusciva a svolgere il compito motorio prendeva per mano l’altro e lo aiutava a raggiungere il traguardo. Questa è stata una grande vittoria sociale, vedere il modo in cui il caposquadra aiutava l’altro per arrivare insieme alla vittoria. Ovviamente quando è partito il primo lockdown e le conseguenti chiusure questo è stato interrotto e anche alla riapertura, date le forti restrizioni, non è stato possibile far ripartire questi corsi. Il non poter far ripartire questi corsi, più che un danno economico per la Fisiosport a.s.d. è stato un danno sociale, perché veramente stava funzionando, tanto che molte scuole avevano fatto richiesta per poter portare questo progetto nelle scuole primarie. Cosa che per un periodo abbiamo anche fatto. Ad oggi i genitori continuano a contattarmi per sapere quando e se riprenderemo con questo tipo di attività, anche perché mi dicono che sono i bambini a chiedere di noi e ad avere voglia di riprendere a venire in palestra. Di tanto in tanto gli invio dei video con dei circuiti motori da fare a casa , però è ovvio che in palestra era un’ altra cosa perché cerano anche altri bambini.

Questa chiusura forzata per i bambini sta diventando uno stillicidio, i bambini sono fatti per la socialità, per stare insieme».

Come possiamo tenerci in forma e fare movimento in questo periodo?

«Il primo consiglio è quello di non impigrirsi, due volte a settimana mettersi una tuta e andare a fare una passeggiata o prolungare di una mezz’oretta la passeggiata con il cane, o prediligere quando possibile di andare a fare la spesa, comprare il pane o il latte, a piedi piuttosto che con la macchina.

Poi ci sono sicuramente degli esercizi molto semplici da fare in casa di stretching o di mobilità articolare che si possono fare in casa in sicurezza senza bisogno di essere seguiti. Noi questo lo facciamo, ci sono delle persone magari un po’ più anziane che hanno difficoltà a collegarsi alle piattaforme per le lezioni on-line. Quindi inviamo dei video per permettergli di fare esercizio.

Il mio consiglio però è uscire e fare una passeggiata. Il movimento è di tutti, non esiste un movimento che io non posso fare, purché sia fatto bene posso farlo, l’importante è avere una muscolatura attiva per sostenere quel carico.

Quello che voglio dire è che così come in età scolare esistono delle programmazioni per la didattica in base all’età cognitiva anche per il movimento è così, quindi il bambino dovrà are determinati circuiti motori per stimolare il movimento, la parte cognitiva, la coordinazione, ma così andando avanti, anche l’adolescente, anche l’adulto anche la persona anziana possono muoversi non necessariamente facendosi male».

Dott.ssa Foglia e chi lavora in smart cosa può fare per evitare problemi?

«In realtà penso che si sarebbe potuto fare molto già dalla partenza del lavoro agile. Invece si è partiti alla cieca. Si potevano attivare dei corsi per spiegare a chi lavora da casa come lavorare al meglio, dare dei consigli su come mettersi a lavoro in modo da non stressare il proprio corpo. Utilizzando magari una sedia con lo schienale alto in modo da poter poggiare le spalle, piuttosto che aver cura di appoggiare bene le braccia sul tavolo da lavoro per non caricare il peso, oppure avere cura di appoggiare i pedi bene a terra e cose così, invece ha vinto la disinformazione».

Perché secondo lei dott. Foglia si è convinti che l’età piuttosto che un determinato problema muscolare possano influire negativamente sull’attività fisica?

«Questo perché, secondo me, alcuni medici spingono per la soluzione farmacologica. Il farmaco però agisce sull’effetto mentre il movimento va ad agire sulla causa.

Una cosa però che tengo a sottolineare è che il movimento è fondamentale per il cuore. Tanti problemi cardiaci e respiratori e cardiaci sono dovuti alla vita sedentaria, dovuta ad un lavoro cognitivo. Il cuore è un muscolo e quindi va allenato. Una salute prolungata nel tempo è data da un cuore forte che va allenato come un muscolo qualsiasi del corpo. Quando facciamo movimento stiamo facendo prevenzione alla salute.

Tengo a sottolineare che mentre tutta l’attenzione è concentrata sul Covid, non si sta facendo prevenzione per le altre patologie e quindi ci troveremo tra due anni al di là delle patologie semplici legate alla mancanza di movimento ci troveremo a fronteggiare un aumento di patologie complesse».

Dott. ssa Foglia, secondo lei, sarebbe stato davvero così difficile riaprire le palestre in sicurezza?

«Servirebbe buon senso, questo è il punto. Buon senso sia da parte dei cittadini che delle persone che dovrebbero vigilare.

Purtroppo però, manca da entrambe le parti e in molte occasioni, non solo per quanto riguarda questa emergenza sanitaria è più facile porre un divieto che controllare ed educare al rispetto delle regole.

Quando abbiamo avuto l’ok a riaprire a Giugno abbiamo cercato di farlo nel massimo della sicurezza. Ho raddoppiato gli orari delle lezioni per avere il maggior distanziamento sociale durante le lezioni, ben oltre il metro richiesto dalla legge. Abbiamo attivato dei protocolli rigidissimo per i nostri iscritti, ad esempio ho chiesto a tutti i clienti che non svolgessero attività aerobica, quindi pilates e posturale, di indossare la mascherina durante il corso. Cosa che sono stati felicissimi di fare. Senza contare le operazioni di sanificazione della struttura ad ogni fine corso. Per chi invece faceva attività aerobica, non potendo tenere la mascherina, abbiamo aumentato la distanza dal metro previsto a cinque metri gli uni dagli altri e ognuno rimaneva nel suo quadrato con i suoi attrezzi senza camminare per la sala. Ovviamente con una continua areazione. Onestamente noto più assembramenti in un supermercato o in un qualsiasi altro negozio.

Le condizioni di sicurezza c’erano tutte, per questo quando ad ottobre ci hanno richiuso è stata una batosta».