E se dormire il giusto numero di ore fosse importantissimo per la nostra salute?
Viviamo in una società dove “L’uso di smartphone, tablet e pc a tutte le ore e i ritmi frenetici e performativi su cui è basata la nostra vita quotidiana non aiutano ad avere una buona qualità del sonno, che fin da piccoli è indispensabile per la salute fisica e mentale” afferma Lino Nobili, direttore della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova e vicepresidente dell’Associazione italiana di medicina del sonno.
L’insonnia è la difficoltà ad addormentarsi la sera o avere risvegli notturni o alzarsi molto presto al mattino. Questo è il disturbo del sonno più diffuso nell’infanzia e nell’adolescenza. Ma i sintomi variano con l’età.
“Le difficoltà di inizio e mantenimento del sonno, a causa per esempio dei risvegli notturni, riguardano fino al 30% dei bambini in età prescolare e tendono a ridursi dopo il terzo-quarto anno di età – dichiara Oliviero Bruni, direttore dell’unità di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, che comprende un ambulatorio per i disturbi del sonno – I problemi di addormentamento legati a paure notturne sono più frequenti da 6 a 11 anni con una prevalenza intorno al 15%. In adolescenza, invece, c’è un ritardo di addormentamento con riduzione delle ore di sonno che colpisce circa il 20-25% dei ragazzi. Questo comportamento si è accentuato notevolmente negli ultimi anni perché si va a letto molto tardi nei weekend con un recupero del sonno nelle ore diurne dando luogo a un fenomeno denominato “social jet lag”. L’avvento degli smartphone ha ulteriormente aggravato questo disturbo”.
Quante ore di sonno servono a bambini e ragazzi per ricaricarsi?
La fondazione nazionale del sonno con sede a Washington raccomanda da un minimo di 11 ore a un massimo di 14 tra 1 e 2 anni, da 10 a 13 ore tra 3 e 5 anni, da 9 a 11 ore tra 6 e 13 anni e da 8 a 10 ore tra 14 e 17 anni.
Lo studio
Dai dati ottenuti tramite più di 3000 interviste emerge che in Italia il 13,5% dei piccoli sotto i 3 anni e l’11,9% di quelli tra 3 e 5 anni dorme meno delle ore necessarie.
Più della metà degli adolescenti riposa meno di 8-10 ore per notte. Nobili spiega come “la deprivazione di sonno in età prescolare porta ad alterazioni del comportamento, come una maggiore iperattività, irritabilità e impulsività. Dai sei anni si manifesta anche con una sonnolenza diurna, una difficoltà di concentrazione e di apprendimento, un tono dell’umore più triste e un’alterazione del metabolismo, perché il deficit di sonno aumenta l’appetito inducendo al consumo di cibi più ricchi di zuccheri e predisponendo all’obesità”.
In adolescenza, invece “non dormire ostacola l’azione di controllo della corteccia prefrontale favorendo comportamenti più aggressivi, fa prendere peso, spinge all’uso di sostanze eccitanti per restare svegli, ritardando l’ora in cui si va a letto, e di farmaci che inducono il sonno, per la conseguente difficoltà ad addormentarsi. A lungo andare la deprivazione di sonno, in particolari situazioni di fragilità e disagio può contribuire a depressione, intenzioni suicidarie, uso di droghe”.
Ma perché bisogna dormire?
“Il riposo notturno consente al cervello di fissare le informazioni apprese nella veglia, di trasformare i ricordi a breve termine in ricordi a lungo termine e di ripulirsi dalle sostanze tossiche di scarto prodotte dalle sue cellule grazie all’intervento del sistema glinfatico” spiega Nobili.
Ecco dunque alcuni consigli:
- Abituare il bambino ad addormentarsi sempre alla stessa ora e nello stesso ambiente, per aiutarlo a riconciliare il riposo.
- Rispettare sempre l’orario dei pasti.
- Mai usare dispositivi elettronici dopo cena perché riattivano l’attenzione.
- Ridurre nel pasto serale la quantità di grassi e proteine animali, che hanno tempi di digestione più lunghi.
- Mai praticare attività fisica a tarda sera perché posticipa il sonno a causa degli alti livelli di adrenalina che rilascia.
Ma quando, pur correggendo le abitudini, l’insonnia permane è opportuno chiedere aiuto.