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Donna Regina, Donn’Albina e Donna Romita, la leggenda napoletana

La storia delle tre sorelle: Donna Regina, Donn’Albina e Donna Romita. Un’antica leggenda napoletana.

Quando si parla di Leggende, Napoli è la prima città a cui si pensa. La città partenopea è da sempre sinonimo di leggende, storie di folklore, poesia e meraviglia, e oggi ricordiamo un’altra leggenda caratteristica della città: la leggenda di Donn’Albina, Donna Romita e Donna Regina.

Le tre sorelle: Donna Regina… 

Questa leggenda partenopea viene raccontata da Matilde Serao, nel suo libro “Leggende Napoletane”.

Le protagoniste della storia sono tre sorelle: Donn’Albina, Donna Romita e Donna Regina, figlie del barone Toraldo.

Donna Regina, la primogenita, era una fanciulla di straordinaria bellezza: capelli lunghi e bruni, esattamente come il colore profondo dei suoi occhi, labbra perfette anche se poco inclini al sorriso. Aveva un carattere molto forte, con un forte senso del dovere.

Donn’Albina, la secondogenita, veniva chiamata così per il chiarore della sua pelle. Era una fanciulla gentile, dal carattere dolce  e mansueto. Aveva lunghi capelli biondi e splendidi occhi azzurri. Si occupava dell’elemosina per i poveri, ed era lei che intercedeva per i più bisognosi qualora avessero avuto bisogno di un aiuto presso la casata.

Donna Romita, la minore, dal carattere totalmente opposto a quello delle sorelle. Anch’essa dotata di una bellezza prorompente: era una fanciulla esile, dai capelli biondo scuro, corti e ricci, labbra sottili e magnifici occhi verde smeraldo. A differenza delle sorelle, era un carattere piuttosto esuberante: alternava momenti di indifferenza a momenti di totale irrequietezza.

La storia narra che, alla morte precoce della loro madre, Donna Gaetana Scauro, il padre ottenne il permesso dal re,Roberto D ‘Angiò, di far sposare la primogenita, Donna Regina, mantenendo però il proprio cognome di famiglia in modo che non andasse perduto.

Nel 1320 il barone morì, e le tre sorelle continuarono la loro vita a palazzo, nel rispetto delle regole e degli impegni che il loro nome portava.

Il matrimonio di Donna Regina

Non passò molto tempo che il re scrisse alla primogenita, Donna Regina, per comunicarle di averla promessa in sposa a Don Filippo Capece, cavaliere della corte napoletana.

Un giorno, mentre Donna Regina leggeva, venne Donn’Albina preoccupata – “ Donna Romita mi pare ammalata, soffre e si strugge segretamente d’amore”.

Donna Regina allora volle sapere a tutti i costi il nome dell’uomo che aveva fatto penare il cuore della sua amata sorella, purtroppo seppe che si trattava proprio deL suo promesso sposo, Don Filippo.

Ella lo ama, chi non l’amerebbe?…Non è egli valoroso, galante con le donne, seducente nell’aspetto? Quando egli mormora una parola d’amore, il cuore della fanciulla deve struggersi in una dolcissima felicità. Quando le sue labbra sfiorano la fronte della fanciulla, ella può invidiare la gioia degli angeli?

Anche Donn’Albina era innamorata del suo promesso sposo- capì Donna Regina.

Donna Romita pregava disperatamente la Madonna Bruna, affinché le facesse dimenticare il suo sfortunato amore – “ Madonna Santa, toglimi questo amore! Strappami il cuore, fammi morire! “ 

Proprio mentre Donna Romita pregava, in silenzio Donn’Albina sentì la sua supplica alla madonna. Quando Donna Romita si accorse della sorella nascosta, fuggì piena di vergogna.

Fine della casata 

E così le tre sorelle si allontanarono, facevano in modo di non vedersi mai, le due minori si vergognavano per il loro desiderio d’amore.

Quando arrivò la Pasqua, le due sorelle fecero ritorno e si presentarono a Donna Regina, implorandolo di perdonarle e di dare la sua benedizione alla via che avevano scelto di seguire: la vita monacale.

Quest’ultima rivelò di aver annullato il matrimonio, in quanto aveva scoperto che il suo futuro sposo non l’amava, e aveva deciso anch’ella di prendere i voti.

Donna Regina prese allora uno scettro d’ebano borchiato d’oro e po spezzo in due, si avvicinò al quadro raffigurante il padre e disse -“Salute Padre Mio, la vostra nobile casa è morta!”

E così le tre sorelle si avviarono alla vita monacale, nell’ordine fondato proprio da Donna Regina.