Il 16 gennaio 1605 è una data importante in ambito letterario, giorno della pubblicazione del Don Chisciotte de la Mancha, il cui titolo originale è: “El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha”
Uno dei classici più celebri della letteratura mondiale, ancora oggi molto apprezzato da chi lo rilegge o semplicemente lo consiglia.
Il romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra, fu pubblicato in due volumi tra il 1605 e il 1615. Oggigiorno è considerato il primo romanzo del mondo moderno che nonostante la partenza lenta, divenne un best-seller: si stimano che in oltre quattrocento anni ne siano state vendute tra i 400 e i 500 milioni di copie.
Don Chisciotte de la Mancha: trama, personaggi e allegorie
Si narra che la storia più celebre al mondo, sia nata durante la permanenza dello scrittore spagnolo in carcere, arrestato a Siviglia, città dove venne rinchiuso per ben due volte (nel 1597 e 1602) accusato di errori di conto durante l’attvità di esattore.
L’opera, racconta le avventure del cavaliere cimprovvisato Don Chisciotte e del suo scudiero Sancio Panza. Il protagonista della storia è Alonso Quijano, appassionato di romanzi cavallereschi. Le letture condizionano a tal punto l’esistenza del personaggio tanto da trascinarlo in un mondo fantastico, nel quale egli si convince di essere chiamato a diventare un valoroso cavaliere.
Il romanzo è fortemente simbolico, specchio di una società in crisi, quella spagnola del periodo, caratterizzata dallo spopolamento delle campagne, i piccoli proprietari si trasferivano in città cercando fortuna.
Il Don Chisciotte di Cervantes è un’opera famosa in tutto il mondo e numerosi intellettuali ed autori lo hanno elogiato; tra questi il più celebre è sicuramente Fëdor Dostoevskij che più volte ha menzionato positivamente l’opera spagnola. In una lettera contenuta nella sua raccolta “Diario di uno scrittore”, Dostoevskij scrisse: “In tutto il mondo non c’è opera di finzione più profonda e forte di essa. Finora rappresenta la suprema e massima espressione di pensiero umano, la più amara ironia che possa formulare l’uomo”.
Don Chisciotte, simboleggia gli ideali passati, ma anche i tanti contrasti tra realtà e finzione. Per il protagonista dell’opera infatti, il rapporto con la realtà è difforme, filtrato dai canoni tipici del comportamento cavalleresco. L’hidalgo spagnolo non riesce a distinguere quello che è vero da ciò che è letteratura (e a volte è davvero difficile stabilire dove e quale sia il confine).
Proprio per questo motivo, Don Chisciotte diventa il simbolo dei valori cavallereschi, che non possono realizzarsi e diventare reali nell’epoca in cui Cervantes scrive: da ciò nasce la convinzione che il protagonista sia pazzo. Era il periodo in cui in Inghilterra Shakespeare scriveva di personaggi come Amleto, Otello, che rappresentavano altri aspetti rispetto a quelli pensati da Cervantes, ma entrambi portavano alla luce l’ansia collettiva in un continuo oscillare tra follia e normalità.
Quella crisi di cui raccontano i due scrittori, non solo personale e quindi interiore, ma sociale, è arrivata sino ai giorni nostri e don Chisciotte si identifica non come pazzo, ma in quanto persona che rincorre i propri ideali, un eroe formativo che sottolinea quanto sia importante abbattere certi muri per raggiungere i risultati sperati.
La figura di Don Chisciotte è una perfetta rappresentazione dell’uomo che lotta contro i giganti della società, contro l’ipocrisia, l’ingiustizia e il potere opprimente. Cervantes utilizza il personaggio principale dell’opera come strumento per criticare l’ipocrisia e l’ingiustizia radicate nella società dell’epoca. Inoltre, l’autore utilizza l’opera per criticare l’effetto che i romanzi cavallereschi avevano sulla società.