Una diga di contenimento rifiuti è crollata nella serata di ieri (ore 7:15 italiane) in Brasile a Brumadinho, area metropolitana di Belo Horizonte nello stato di Minas Gerais. Il cedimento è avvenuto in maniera totalmente disattesa (ancora non è stata identificata la causa che ha prodotto l’evento avverso) ed ha investito anzitutto la miniera antistante e poi i centri abitati a valle.
Tonnellate di fango si sono riversate nelle case degli ignari abitanti della piccola cittadina brasiliana e nelle aree limitrofe non lasciando scampo a 9 persone le quali, al momento, rappresentano le uniche vittime accertate. Ciononostante si contano centinaia di dispersi, più di 400 come ipotizzato dal governatore di Minas Gerais, Romeu Zema, il quale si è messo a completa disposizione delle squadre di salvataggio e ha contribuito al loro smistamento su tutta l’area di interesse del disastro pari a decine di chilometri quadrati.
Lo stesso Zema ha ammesso che, data la portata dell’evento catastrofico ed il mancato ritrovamento di superstiti nelle ore immediatamente successive al crollo, si sono sensibilmente affievolite le speranze di ritrovare qualcosa in più dei corpi esanimi delle vittime.
Qualora le preoccupazioni del governatore trovassero fondamento quello del 25 gennaio 2019 sarà ricordato in Brasile come il più grande disastro nella storia del Paese a causa del numero elevatissimo di morti e dell’incalcolabile danno che la natura ha già subito: gran parte del contenuto fangoso misto a prodotti di scarto minerari e rifiuti d’ogni genere si son riversati nelle splendide acque di Belo Horizonte.
Purtroppo lo stato di Minas Gerais non è nuovo ad eventi del genere. Infatti è di appena 3 anni fa il terribile fatto di cronaca che coinvolse gli abitanti del centro rurale di Mariana. Una diga anche in quel caso fu portatrice di morte e tolse la vita a ben 19 persone. Quel disastro è, ad oggi, considerato il più grande dramma che il Brasile ricordi tuttavia quello di questa notte, come sopra detto, potrebbe tragicamente scalzarlo.
Nelle prossime si avrà certamente un quadro più chiaro di quanto accaduto, nessun esenzione per responsabilità umane. E’ noto, infatti, che le 413 persone circa che risultano disperse sono tutte lavorativamente appartenenti al colosso dell’estrazione di minerali di ferro Vale della Compagnia della valle del Rio Doce. Proprio quest’ultima è stata , durante il World Economic Forum a Davos, Svizzera, “insignita” del Public Eye Award, riconoscimento in negativo in quanto a rispetto ambientale e cura dei diritti dei subordinati al lavoro.
Per questo motivo è lecito pensare che le cause e/o le concause del tragico evento siano state adiuvate direttamente o indirettamente dalla cattiva messa in sicurezza da parte di Vale, la “peggior multinazionale al mondo”.