Diego Iacono, cantante ischitano, ha pubblicato un nuovo singolo, La stazione dell’anima, che già sta raccogliendo molti consensi.
Amante delle musica da sempre, a 20 anni, grazie alla sua forza di volontà, Diego inizia a prendere le sue prime lezioni di canto. Nel 2016 inizia a collaborare con il produttore Damiano Chiti innocenti.
Nel 2024 dopo una pausa Diego riprende a lavorare al nuovo disco e annuncia l’uscita di un nuovo singolo: La stazione dell’anima, uscito lo scorso 3 gennaio
Il brano rappresenta, così come il cantante stesso ha dichiarato, una possibilità per trasformare la propria musica, facendo in modo che essa cambi e diventi un “diario autobiografico”.
La redazione de Il XXI Secolo ha intervistato il giovane artista ischitano, che ha parlato del nuovo brano e qualche novità.
Ciao Diego, come nasce il nuovo singolo?
“La stazione dell’anima” nasce dopo 2 anni dal mio ultimo lavoro discografico, ”Invisibile agli occhi”. A differenza dei progetti precedenti, questa volta il protagonista di questo nuovo capitolo sono io“.
Come nasce La stazione dell’anima?
“Ho deciso di raccontarmi e quale modo migliore se non attraverso la musica.
Questo brano parla di una fine non accettata, di un vuoto lasciato lì aspettando che il tempo sani le ferite, fino a quando non arriva quell’eco di vento che con la sua delicatezza spazza via il dolore lasciando spazio alla luce.
Detto tra noi, la vita è fatta di tanti nuovi inizi, questo brano vuole esserne la prova…”.
Quando è nata la tua passione per la musica?
“Dopo Invisibile agli occhi è calato il sipario sulla mia musica ma soprattutto sulla mia identità musicale. Mi sentivo saturo di musica è come se non avessi più altro da aggiungere, ma ovviamente mi sbagliavo…Una notte di settembre mentre mi stavo confrontando con una persona a me cara, questa mi ha messo davanti a uno specchio, ponendomi una semplice e banale domanda, Chi è Diego?. Da lì ho iniziato a cercare le risposte nella mia musica, seppur con scarsi risultati. Ho sempre raccontato degli altri ma mai di me in prima persona. Nasce così l’idea di raccontarmi attraverso 3 singoli, partendo appunto dalla rinascita”.
Quanto tempo hai impiegato per scrivere il brano?
“I primi pensieri sono nati verso la fine del 2016 ma erano tanti frammenti confusi, presi e lasciati lì in un cassetto dentro un’agenda.
Solo a settembre ho rivalutato il tutto aggiungendo e chiudendo il testo grazie all’aiuto di Ginevra Carucci.
Da quel momento, con l’aiuto di Damiano Chiti Innocenti, abbiamo lavorato all’arrangiamento del brano, riuscendo nel giro di due mesi a chiudere il singolo”.
Diego, quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi dirci qualcosa in anteprima?
“Usciranno altri due singoli che saranno in un certo senso legati a questo. Tutto sommato chi mi conosce, può già immaginare qualcosa: This Is Diego”.
Un aggettivo per definire il tuo singolo?
“Se dovessi scegliere un aggettivo per definire il mio brano, lo definirei SUPERLATIVO, ma ovviamente non sta a me dirlo, bensì a chi ascolta la mia musica”.