Deficit da coronavirus. L’Europa, stavolta unita, sembra incoraggiare lo sforamento per sostenere i Paesi più in difficoltà in questa emergenza.
Deficit da coronavirus: Ue possibilista
Non è ancora arrivato alcun si ufficiale, ma almeno nelle intenzioni c’è grande apertura. Si potrebbe chiamare Deficit da coronavirus quello che diventerà attuale forse tra qualche settimana. L’Europa, si sa, normalmente non è incline a concedere sforamenti eccessivi eppure questa emergenza sta preoccupando moltissimo l’opinione pubblica. Un passo verso l’Italia, e d’altronde non ci si aspettava di meno. La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Layen, ha ribadito, durante la conferenza stampa dei suoi 100 giorni, che la priorità è l’approvazione del Bilancio europeo pluriennale.
“Ci prepariamo a discutere nell’Ecofin della prossima settimana le azioni possibili a livello europeo – ha spiegato la Presidente -. Esploriamo tutte le possibilità della flessibilità contenuta nel Patto di Stabilità e le norme per gli aiuti di Stato in situazioni eccezionali. In questi tempi difficili percepiamo che i cittadini vogliono più Europa, ma senza un bilancio europeo non saremo in grado di rispondere adeguatamente. Perciò chiedo urgentemente ai leader di approvare il nuovo bilancio pluriennale”. Un occhio all’economia che è, pur sempre, il vero motore della nostra società: “Alcune misure – ha ribadito – come la quarantena ovviamente hanno un impatto sull’economia e dobbiamo valutarlo. La nostra stima è che sarà un effetto temporaneo, gli indicatori dicono che il primo trimestre fortemente toccato ma ci si può aspettare che l’economia rimbalzi abbastanza rapidamente”.
“Le spese una tantum sostenute per far fronte alla diffusione dell’epidemia, sono escluse per definizione dal calcolo del bilancio strutturale e non vengono prese in considerazione nella valutazione dell’adeguatezza dello sforzo di bilancio previsto in base alle regole attuali”. Questa la risposta del Vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. Parole che riportate dall’Ansa remano in quella direzione.
Petrolio si rialza un po’ e le borse asiatiche si riprendono
Grande paura, è questo il dilemma. Le borse non sono state esentate da questo momento ma sono quelle asiatiche, paradossalmente, a riprendersi in maniera più veloce. E’ proprio l’effetto petrolio, ieri in crisi nera, che si era fatto sentire sulle borse asiatiche ora di nuovo in crescita. Sale anche Milano che torna a respirare con un +1%, come riporta il Sole24Ore. La finanza ha reagito bene alle ultime misure dei governi che sembrano poter controllare il fenomeno del Coronavirus. L’azzeramento, quasi totale, dei contagi a Wuhan ha, in effetti, trasmesso fiducia sulla questione in attesa che possa arrivare un farmaco efficace.
Per il greggio è discorso a parte. L’oro nero non conosceva una crisi così dal 1991, quando si combatteva la Guerra del Golfo. Vero anche che l’intromissione della Russia nelle questioni dell’Arabia Saudita, già rinominata dai più “guerra del barile” ha fatto la sua parte. Dulcis in fundo a contribuire al miglioramento generale dei mercati, nei confronti dell’Italia, ci ha pensato lo spread, che oggi si attesta a circa 220 punti (in ribasso rispetto ai giorni scorsi ma più alto di quando la crisi sanitaria ha investito l’Italia). Deficit e borse, quindi, per ora fanno stare abbastanza tranquilli. Quando la situazione dovesse tornare alla normalità il sistema prevederà un aumento con una stabilizzazione.
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