In mattinata, tramite i microfoni della sede di Radio Castelluccio, sono giunte le dichiarazioni di De Magistris riguardo al recente operato politico del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che è stato definito pessimo.
De Magistris è già in gara elettorale e non ha esitato a enunciare le seguenti parole, dopo essere venuto a conoscenza del verdetto emesso da Palazzo Lucia riguardo all’affare Crescent:
«De Luca lo sconfiggeremo politicamente – dice – quindi io non gioisco di questa sentenza, gli avversari non vanno mai sconfitti per via giudiziaria. Per me non cambia nulla, rimane una brutta pagina per Salerno, per il resto De Luca è un pessimo presidente della Regione questa è la mia valutazione politica e quindi bisogna prepararsi a sconfiggerlo politicamente».
Il sindaco di Napoli insiste, in modo particolare, sulla poca chiarezza fatta sull’affare Crescent e ritiene inammissibile la vittoria giuridica di De Luca, lasciando intendere con grande precisione che il presidente, implicato in una serie di sporchissimi affari, ne sia uscito ingiustamente pulito ed indenne.
Tra gli oppositori all’esito dell’affare Crescent, troviamo anche il pm Valenti, l’avvocato Oreste Agosto e la Procura di Salerno che accusa De Luca di gigantesche violazioni della legge per abuso d’ufficio, avendo voluto edificare sulla spiaggia di Santa Teresa un enorme edificio di lusso, il Crescent per l’appunto.
Quanto alle elezioni del 2020, il sindaco napoletano non ha ancora deciso sul da farsi, potrebbe benissimo candidarsi oppure no, ma dalle sue dichiarazioni pare proprio che egli voglia assicurarsi il bene della città e il suo corretto funzionamento, da anni ormai danneggiato, a suo parere, proprio dal presidente De Luca.
In merito alla questione della sicurezza, Luigi De Magistris ha già dimostrato di essere pienamente consapevole delle problematiche della metropoli partenopea e ha già tentato di porvi rimedio. Il sindaco ricorda inoltre al Presidente della Regione come a tanti altri colleghi di perdersi meno in chiacchiere e di devolvere più sforzi a favore del rafforzamento di un ordine ancora troppo precario.