Il Ddl Zan continua a scuotere la politica italiana.
Dopo quanto affermato dal Vaticano sull’ eventuale violazione del Concordato, si è aperto più che un confronto un vero scontro tra le forze politiche.
È in momenti come questo che si vedono le nette differenze tra le varie parti al governo del paese.
Da un lato il Pd, forte sostenitore del decreto, dall’altro una destra che sulla scia delle obiezioni del Papato rimette in campo le proprie obiezioni alla legge.
Si è aperto così un vero e proprio botta e risposta tra i leader dei due gruppi con Enrico Letta da un lato che accusa il leader del carroccio di voler abbattere il decreto Zan, senza in alcun modo provare ad avere un confronto sul tema.
Eh si, perchè per Letta, questa è un’occasione da non lasciarsi sfuggire, ma c’è bisogno di dialogo tra le parti in Parlamento. Dialogo a cui afferma non volersi sottrarre.
Non si fa attendere la risposta di Matteo Salvini, il quale ancora una volta ribadisce la volontà di trovare un punto di incontro, purchè si rispettino i diritti e la libertà dei cittadini.
Nel frattempo che la polemica impazza tra le parti politiche, per il Pride Month previste tantissime manifestazioni a sostegno della comunità Lgbtq.
In Italia le manifestazioni tenutesi tra Milano e Roma sono state incentrate proprio sulla legge Zan.
Lo stesso Zan è intervenuto al Pride di Milano affermando che: «Noi siamo un paese dell’Unione europea che ancora non si è dotato di una legge contro i crimini d’odio e questo è molto grave».
Tra le voci ascoltate durante le manifestazioni di Milano, inoltre, quelle della comunità “Progetto Giovani Cristiani LGBT”. Il loro sostegno al decreto Zan arriva insieme al dolore per le parole del Vaticano sulla legge. SI dicono addolorati perchè si vedono chiudere uno spiraglio che Bergoglio avevav aperto loro nel 2013 quando disse, sul tema dell’omosessualità,: «chi sono io per giudicare».