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DDL ZAN: la proposta di legge è stata rigettata. L’Italia si spacca

Il DDL Zan, che prende il nome dal suo creatore, il deputato del PD Alessandro Zan, prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni nei confronti di omosessuali, transessuali, donne e disabili.

Una proposta che ha acceso il dibattito pubblico in Italia e ha esacerbato le divisioni del parlamento e di tutto il mondo politico.

In base al testo del DDL approvato alla Camera nel novembre 2020, i reati collegati all’omofobia verrebbero equiparati a quelli sanciti dall’articolo 604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il disegno di legge istituisce anche una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, per promuovere una più diffusa “cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.

La legge DDL ZAN è rimasta per diversi mesi ferma a causa dell’ostruzionismo della Lega, che ha sempre sostenuto che la nostra costituzione già sancisca questi reati. La discussione sul DDL Zan negli ultimi mesi è stata al centro dell’opinione pubblica, scatenando reazioni come quella di Fedez sul palco del concerto del 1° Maggio, ed è stata calendarizzata a Palazzo Madama, ma la sua approvazione resta ancora in bilico.

Per il DDL ZAN, dunque sembra non esserci più speranza,  il Senato affossa la legge nascosto nel voto segreto. Almeno 16 franchi tiratori votano col centrodestra. Il deputato del Pd attacca Renzi: “Patto di civiltà tradito da chi ha inseguito le sirene sovraniste

Si è conclusa proprio così la riunione per l’approvazione o il rigetto della proposta di legge più criticata di sempre: DDL ZAN, il disegno legislativo che prevedere cauzioni salate per le discriminazioni di determinate categorie e a tutela di esse permette a loro la libertà di muoversi come meglio credono all interno della società.

Per alcuni è già razzismo parlare con un sapore di diversità, per altri sono solo problemi non gravissimi, ed è qui che si aprì la polemica.

L’approvazione sulla tutela da offese e bullismo c è, ed è eventualmente stata approvata; non hanno promosso alcune “maovre”.

– “In Italia il problema della discriminazione su base religiosa, etnica, colore della pelle o orientamento sessuale…”. Secondo Ipsos, il 54% ha risposto che esiste oggettivamente e il 30% invece ritiene che sia un tema sollevato da pochi intellettuali, mentre il 13% non ha un’opinione chiara a riguardo. I risultati del sondaggio evidenziano, ancora una volta, una spaccatura nell’opinione pubblica riguardo questo disegno di legge che rispecchiano il concitato dibattito politico sul tema dell’omofobia promosso anche da un nuovo DDL parallelo, il Ronzulli-Salvini, che è contrario ai contenuti della proposta di Zan.

A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. Presenti 288 senatori. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta dagli applausi dell’emiciclo. Al momento di andare alla conta, nel segreto dell’urna, sono arrivati gli “aiutini” al centrodestra. Dal punto di vista politico traspare una nuova maggioranza e l’ago della bilancia non va cercato certo in un pagliaio. È già partita la corsa verso il Quirinale e Italia Viva e il suo leader vogliono contare e pesare in tutte le scelte, senza troppi scrupoli, come tutti hanno imparato a memoria.

Su tutta la vicenda anche il rapper Fedez, portavoce della riforma, si dice sconvolto e imbarazzato da questo comportamento.

A Milano scatta il caos, dimenati per strada tanti protestanti pro DDL ZAN.

A Napoli, tra poco, accadrà più o meno la stessa cosa. Dopo il Gay Pride saranno in tanti a protestare formando un dissenso, sicuramente con meno caos e folclore dell’ultimo, e “fresco”, episodio.