In un’intervista a Fanpage.it il legale della madre di Carol Maltesi, 26enne brutalmente assassinata, ha rivelato ulteriori particolari sul modus operandi del reo confesso, il 43enne Davide Fontana.
Carol è stata uccisa a martellate, smembrata e tenuta in congelatore per due mesi: l’assassino ha usato il cellulare per comunicare con amici e parenti della vittima. Per questo, nessuno ne ha denunciato la scomparsa. Poi, il 20 marzo l’uomo ha occultato il cadavere a Paline, in Valcamonica, gettandolo in un dirupo all’interno di sacchi neri. Un abitante della cittadina ha ritrovato il cadavere e ha dato l’allarme, avvertendo le forze dell’ordine.
Grazie ai tatuaggi della giovane, gli inquirenti sono riusciti ad identificarla. Poco dopo, è stato fermato Davide Fontana che, nel corso dell’interrogatorio, ha confessato.
Davide Fontana, i messaggi col cellulare di Carol Maltesi: “Mamma sto bene, sono a Dubai per lavoro”
Dall’intervista emerge che la madre di Carol Maltesi non aveva mai sentito parlare di Davide Fontana, suo vicino di casa con il quale la figlia aveva avuto una relazione. La giovane donna e sua madre si sentivano spesso tramite messaggi. Davide Fontana ne ha approfittato per guadagnare tempo e fingere di essere Carol utilizzando il suo smartphone.
Secondo quanto riportato dal legale dei genitori, Davide Fontana continuava a scrivere: “Mamma sto bene, non ti preoccupare“. Il reo confesso raccontava, tramite messaggi, che Carol, entrata da poco nel mondo dei film a luci rosse e di Onlyfans, si trovasse a Dubai per lavoro. Ha scritto alla madre: “Mi trattano molto bene, scusate se non chiamo però qui le leggi sono diverse“.
L’ultimo messaggio è stato ricevuto dalla madre il sabato prima del ritrovamento. Fontana, tramite il cellulare di Carol, aveva ribadito ai genitori: “Sto bene, torno tra qualche giorno”.
L’avvocato, nell’intervista a Fanpage, conclude: “Non accetto se dice che è stato un “raptus”. Perché uccidere una persona, andare a comprare un congelatore e tagliarla a pezzi non può essere un “raptus”. Negli altri due mesi inoltre era tranquillo, andava a lavorare e parlava con i vicini“.