Quest’anno il documento Previsioni della popolazione residente e delle famiglie, in riferimento all’anno scorso, 2020, pubblicato annualmente dall’Istat si apre con questa frase: “Le previsioni sul futuro demografico in Italia restituiscono un potenziale quadro di crisi”. La crisi che si evince dai recenti dati Istat è in riferimento alla futura decrescita della popolazione residente in Italia: da 59,6 milioni di inizio 2020 si potrebbe passare a 58 milioni del 2030, per poi raggiungere i 54,1 milioni nel 2050 e i 47,6 milioni nel 2070.
Secondo le previsioni entro il 2030 l’Italia potrebbe avere 1,6 di persone in meno rispetto al 2020.
Anche l’età media è destinata a salire dagli attuali 45,7 anni ai 50,7 anni nel 2050. Tuttavia, precisa Istat, si tratta di stime, che per natura perdono di efficacia con l’allungarsi dell’orizzonte temporale.
L’Italia, come altre nazioni economie sviluppate, sta vivendo un momento di invecchiamento e di denatalità.
Il 2020 risulta essere l’anno con il minor numero di nati dall’unità d’Italia (404 mila).
Tali dati Istat sulla popolazione nazionale risultano essere strumenti importanti a supporto delle decisioni di politica economica e sociali, per attuare forme di politica preventiva.
La popolazione è sempre più vecchia e secondo l’Istat nel 2050 si potrebbe avere un solo giovane ogni tre anziani e ciò impatta notevolmente sugli aspetti pensionistici e sanitari del Paese. Per modificare il trend demografico lo Stato dovrebbe provare a unire interventi specifici e fare riforme strutturali che siano in grado di creare condizioni favorevoli per rilanciare le nascite.
A sostegno della natalità il governo è intervenuto recentemente con il Family Act.
Questo disegno di legge ha come obiettivo quello di “sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie e contrastare la denatalità”. L’assegno unico e universale per le famiglie, previsto dal Family Act, partirà da marzo 2022 e permetterà alle famiglie di ricevere un assegno mensile per ogni figlio dal valore compreso tra 50 e 175 euro in base al livello dell’Isee.