Di mare, di terra o dolce: il cuoppo napoletano è una vera delizia, irrinunciabile per chiunque si trovi a visitare il capoluogo campano. Invitante e sfizioso, è il re dello street food made in sud, amato da tutti, grandi e piccini, proprio perché si adatta a tutti i gusti.
La parola “cuoppo” deriva dal latino “coppam”, che vuol dire botte, ma date le dimensioni molto più ridotte del recipiente dalla forma conica in questione, si preferisce far derivare il termine dalla forma latina maschile “coppum”, che si riferisce appunto ad un contenitore più piccolo.
Un cono o cartoccio che contiene ogni tipo di fritto, ottenuto tenendo ferma la punta e arrotolando la carta paglia assorbente (così chiamata perché in passato veniva ricavata proprio dalla paglia), da gustare comodamente passeggiando per le vie della città.
Nato come cibo “povero”, dall’ “arte di arrangiarsi” tipica del popolo napoletano, il cuoppo fritto veniva consumato già nel XIX secolo, come testimoniato dalle pagine de “Il Ventre di Napoli”, in cui Matilde Serao descriveva così questo tesoro della tradizione gastronomica partenopea: “…Dal friggitore si ha un cartoccetto di pesciolini che si chiamano ‘fragaglia’ e che sono il fondo dei panieri dei pescivendoli.” E dallo stesso friggitore si possono avere “…per un soldo, quattro o cinque panzarotti, vale a dire delle frittelline in cui vi è un pezzetto di carciofo, o un torsolino di cavolo, o un frammentino di alici”.
Perfino il celebre Totò non mancò di menzionare il cuoppo napoletano in uno dei suoi film, “Totò a Parigi”, del 1958. La frase “Miss mia cara Miss, nu’ cuoppo allesse io divento per te“, esprimeva la grande emozione provata nel vedere la donna amata, che era capace di farlo sentire un cuoppo lesso, cioè di indebolire la sua volontà, rendendolo arrendevole e mansueto.
Tornando alle varietà, bisogna precisare che il vero cuoppo per i napoletani è quello di terra, fatto di melanzane e zucchine fritte a pezzetti, triangolini di polenta fritta, arancini di riso, piccoli crocchè di patate, frittelle salate, fiori di zucca ripieni, carciofi fritti in pastella, mozzarelline fritte, mozzarella in carrozza in miniatura, crocchette di pollo e perfino polpettine di carne.
Molto apprezzata comunque è anche la tipologia di cuoppo “marittima” che, ovviamente, è a base di pesce: alici e baccalà fritti, gamberi, calamari, chele di granchio o polpettine di pesce, insomma un vero trionfo di sapori da gustare nella città del mare e del sole per eccellenza!
Infine, il cuoppo nella sua variante dolce, di invenzione più recente rispetto al cuoppo classico, nel quale regnano le graffette, preparate con farina, acqua e lievito, fritte e cosparse di zucchero, talvolta anche di cioccolata.