E’ venuto a mancare durante le ore della notte Stefano delle Chiaie, controversa figura politica di estrema destra, accusato e prosciolto per gli eventi stragisti durante gli anni di piombo tra i più cruenti che colpirono la prima Repubblica italiana, come la strage della stazione di Bologna e quello in piazza Fontana a Milano.
Stefano delle Chiaie, campano nativo di Caserta, costituì con Pino Rauti, uno degli esponenti ideologici e spirituali dell’estremismo di destra, come si evince dalla creazione dell’organizzazione Avanguardia Nazionale la quale vantava di aver legami diretti con il Movimento Sociale Italiano di Almirante o dei contatti con lo stesso Rauti e la collaborazione al Centro di Studi Ordine Nuovo.
L’uomo, classe 1936 si è spento mentre era ricoverato presso l’ospedale Vannini di Roma, dove risiedeva dopo l’arresto in Caracas dopo 17 anni di latitanza e l’estradizione in Italia.
Prosciolto dai capi d’imputazione per la strage di Piazza Fontana nel 1991, Delle Chiaie ha vissuto una vita analoga a quella di molti protagonisti delle vicende drammatiche degli anni di piombo, ancora ricche di enigmi e punti interrogativi insoluti, come quelle di Massimo Carminati e di Cesare Battisti.
Delle Chiaie fu ritenuto tra i principali responsabili di eventi che la stampa e in seguito la stessa storia d’Italia ha inquadrato come “la strategia della tensione” -atrice terroristica definita “nera” per distinguerla da quella utilizzata dal terrorismo di estrema sinistra-, la quale si avvaleva di attacchi diretti verso la società allo scopo di destabilizzare l’ordine interno allo scopo di attuare rivolgimenti politici a mo’ di golpe politico.
Oltre alle stragi di Piazza Fontana del 1969 e quella alla stazione di Bologna del 1982, anche per manifestazioni terroristiche a danno dei treni come la strage dell’Italicus, attentato dinamitardo avvenuto nell’agosto a San Benedetto Val di Sambro e che costò la vita a 12 persone.