Creature mitologiche, strani incroci tra due o più specie animali, esseri fantastici dalle straordinarie capacità.
Sia il mito greco che la letteratura delle altre civiltà del passato, ma anche i testi dei grandi scrittori del fantasy sono ricche di questo genere.
Prodotti della fantasia dell’uomo che in alcuni casi qualcuno giura di aver visto davvero.
Cosa spinge l’uomo a inventare queste creature mitologiche oltre un’immane immaginazione?
Il motore di tutto è in realtà uno dei sentimenti meno positivi provati dall’uomo: la paura.
Laddove cioè l’uomo non riusciva a dare una motivazione razionale a qualche evento ricorreva alla fantasia.
Un pó come quando si motivava un evento come un terremoto o un’ eruzione vulcanica con l’ira di un Dio.
Trovare quindi una causa ad un evento dandogli un nome, una propria fisicità per, in qualche modo, esorcizzarla.
Anche nella letteratura moderna tuttavia sono tanti gli animali mitologici a cui si fa riferimento.
L’intento è sicuramente diverso, l’autore, infatti, ricorre a queste creature per arricchire la storia di contenuti sensazionali e di avventura.
Animali fantastici e mitologici: qualche esempio
Chi ha letto Harry Potter o ne ha visto la versione cinematografica ricorderà sicuramente il basilisco.
Un serpente con testa di gallo, che pietrifica e uccide con un solo sguardo dritto negli occhi. Per giunta ha il fiato velenoso e il morso letale. Nasce da un uovo deposto da un gallo anziano e covato per anni da un serpente o da un rospo.
Nel Medioevo, epoca che chiamano “buia” ma che era invece ricca di mistero e fantasia, c’erano libri chiamati “Bestiari” (perché di bestie erano proprio pieni) in cui il basilisco è fra i protagonisti. 800 anni fa il cavaliere Marzucco degli Scornigiani, che appare nel Purgatorio della Divina Commedia (forse ne avrete sentito parlare, così come del suo autore Dante Alighieri), andando a cavallo nella Maremma toscana trovò sul proprio cammino proprio un basilisco, che lì chiamano serpente regolo. Marzucco ebbe così tanta paura che decise di farsi frate.
Non tutte le creature mitologiche sono però mostruose.
L’Unicorno ad esempio è una creatura meravigliosa. Bianco, occhi blu, corpo di cavallo, un corno a spirale sulla fronte, coda di leone e barbetta da capra.
Quest’animale è simbolo di saggezza, forza, purezza.
Sempre dal mondo della Rowling peri più giovani arriva l’Ippogrifo.
Metà cavallo e metà grifone (zampe anteriori e petto), ha ali e testa da aquila, becco ad uncino e occhi arancioni, è grigio chiaro e possiede grossi artigli alle zampe anteriori. Mangia insetti e piccoli mammiferi.
A parlare di lui per la prima volta un Italiano.
Ludovico Ariosto lo descrive nell’Orlando furioso.
La Fenice: la creatura mitologica della rinascita
Tra le creature mitologiche una menzione speciale va alla Fenice.
Simbolo di forza di volontà che ogni volta torna ad alzarsi: vive 500 anni, muore e dopo tre giorni resuscita.
I greci la descrissero come un uccello dalle splendide piume rosse, collo dorato, coda azzurra, ali dorate e purpuree, lungo becco e lunghe zampe, due grosse piume in testa e tre che pendono dalla coda, di color rosa, azzurro o fuoco.