Covid-19: in Campania non si rischiava il lockdown. Nella tarda serata di ieri è stata resa pubblica la documentazione del Comitato Tecnico Scientifico, per lungo tempo rimasta segreta. Il Presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto ha chiesto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte di porre in primo piano l’informazione e la trasparenza.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, a tal proposito ha poi spiegato: “I verbali del Consiglio Tecnico Scientifico sono stati consegnati a chi ne ha fatto richiesta. La trasparenza è una regola fondamentale”.
Si tratta precisamente di cinque verbali composti da oltre duecento pagine di testo e firmati proprio dal suddetto Comitato. Le date indicate su di essi corrispondono al 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile.
La polemica nata in queste ore, riguarda in modo particolare il verbale datato 7 marzo e precedente ai giorni in cui fu dato l’avvio del periodo di lockdown totale. Con esso, infatti, il Comitato Tecnico Scientifico, ha proceduto all’individuazione delle zone cui applicare le misure di contenimento per limitare la diffusione del virus. Tali misure, sarebbero dovute essere più rigorose in alcune parti d’Italia rispetto a quelle da applicare all’intero territorio nazionale.
Le Regioni poste sotto l’attento occhio del Governo sono state: la Lombardia, le province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti. Ciò che ha alimentato la polemica è stato il fatto che, nel verbale si parlava esplicitamente di attivare misure differenziate per questi territori, ma la cosa non è mai stata avviata.
La Campania, così come tutte le Regioni del Sud Italia ha vissuto quindi il lockdown nonostante il numero dei casi di Covid-19 fosse drasticamente più basso che nelle Regioni indicate dal Comitato Tecnico Scientifico. Il Governo, ha deciso finalmente di lasciar cadere il segreto di Stato sui verbali che ieri sera sono stati trasmessi tramite PEC dal Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli agli avvocati, Enzo Palumbo, Andrea Pruiti Ciarello e Rocco Mauro Todero.