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“Cortocircuito”, il nuovo libro di Marcello Affuso

32 poesie corredate da 34 illustrazioni e fotografie, che raccontano il percorso di un’esistenza in cui tutte le emozioni, dall’amore al dolore, hanno lasciato il segno e hanno gridato forte per uscire fuori: ecco come si presenta “Cortocircuito”, il nuovo libro di Marcello Affuso, giovane scrittore napoletano ricco di talento e sensibilità.

Una raccolta poetica in cui l’anima viene messa a nudo narrandone le fragilità, le illusioni, la solitudine, i deliri e quella sensazione di vuoto a volte sopportabile, talvolta meno, di cui ognuno di noi conosce ineludibilmente l’amaro sapore. Le immagini che esaltano il vortice di sensazioni trasmesso dai versi, sono a cura di Mara Auricchio, Giorgia Bisanti, Sara Melis e Daniele Lepore.

Edito da Guida Editori, da oggi 17 dicembre “Cortocircuito” è disponibile online e presso la casa editrice, mentre da gennaio sarà reperibile in tutte le librerie.

I diritti d’autore dell’opera andranno in beneficenza: non a caso, infatti, la prima presentazione, prevista per giovedì 20 dicembre alle 17,30 presso l’Istituto Nazareth (Via Kagoshima, 15, Napoli), avverrà nel contesto di una giornata solidale a sostegno della ricerca e della clownterapia. Il giorno seguente, alle ore 18 presso la saletta Guida (via Bisignano 11, Napoli), ci sarà un secondo appuntamento.

Alle foto inerenti al focus del testo sarà dedicato, il 4 gennaio alle ore 19, un vernissage al Riot Laundry Bar (via Michele Kerbaker 19). L’entrata alla mostra è gratuita, ma si potrà lasciare una donazione spontanea oppure acquistare le foto al prezzo simbolico di 15 euro (20 euro con il libro). Parte dell’incasso, per volontà dell’autore e dell’editore, sarà sempre devoluta in beneficenza.

Abbiamo scambiato due parole con l’autore Marcello Affuso, che molto gentilmente ha acconsentito a rilasciare un’intervista per noi del XXI SECOLO.

Marcello Affuso, docente, giornalista, direttore della testata online Eroica Fenice, scrittore e fotografo: nonostante la giovane età, lei ha dimostrato di far parte a pieno titolo di quella categoria di talenti di cui Napoli può andare fiera. Quale ritiene essere l’ingrediente, il quid che le ha permesso di raggiungere traguardi così soddisfacenti per un ragazzo del sud e in un’epoca che di certo non favorisce la meritocrazia e i sogni dei giovani?

<<Formazione, passione, sacrificio e dedizione. Penso siano questi, proprio nell’ordine in cui li ho citati, gli ingredienti fondamentali per aumentare sensibilmente le possibilità di avere successo nel lavoro così come nella vita.>>

Come è nato “Cortocircuito”? Da cosa è scaturita l’esigenza di raccontare queste emozioni?

<<Nasce da un urlo tenuto in gola così a lungo da rischiare quasi il soffocamento. Farlo uscire, trasformandolo attraverso la scrittura in un sospiro di sollievo, è stato il primo obiettivo, la prima urgenza creativa che ha fomentato questo mio nuovo lavoro che riassume, in 100 pagine o poco più, il mio percorso fino ad ora, maschere e nudità incluse.>>

Come mai ha scelto il tema dell’abbandono come sfondo delle poesie contenute nel libro? C’è un episodio della sua vita legato a questa esperienza così toccante?

<<Ce ne sono diversi, purtroppo, ma c’è anche da tenere presente la mia visione sul concetto di abbandono che penso vada di pari passo alla sensazione di inadeguatezza, nell’incapacità cronica di trovare un posto nel mondo in cui sentirsi non solo amati e rispettati ma anche al sicuro. Al sicuro dai dispetti della mente, del corpo e dell’ineluttabile.>>

La vita, il dolore, l’amore con i suoi contraccolpi: nei suoi versi si percepisce l’inquietudine della mente che vaga incessantemente tra ricordi e sogni infranti. Di quali espedienti lessicali e sintattici si è servito per esprimere sentimenti così intensi ed emotivamente trascinanti?

<<Più che poetare, che comporre, io singhiozzo. Singhiozzo conati di morte e di vita cercando di dar loro la stessa forma frantumata delle macerie che porto dentro. Per questo i versi sono spezzati, isolati, si riducono alla singolarità della parola che fa loro da garante e massima – seppur minimale – espressione.>>

Il libro è arricchito da diverse illustrazioni: in che misura ritiene che le arti visive contribuiscano al coinvolgimento di chi legge? In che modo è riuscito a coniugare parole ed immagini?

<<Per fare l’amore bisogna essere almeno in due, altrimenti è masturbazione. E dato che l’amore è per me arte, la risposta è lapalissiana. Ho lasciato ai miei colleghi massima libertà e penso che il risultato sia molto interessante. Lettura dopo lettura, suggestione dopo suggestione, più che un libro “Cortocircuito” vuole essere una piccola galleria d’arte in cui perdersi o, perché no?, ritrovarsi.>>

Prima di “Cortocircuito”, lei ha debuttato come scrittore nel 2011, insieme a Jessica Mastroianni, con il romanzo “A un passo da te. Sincronizza il battito!”: sente di essere maturato da allora come autore? Pensa ci sia stata un’evoluzione nel suo modo di raccontarsi ai lettori?

<< ‘A un passo da te’ è stato uno specchio opaco in cui ho cercato di riflettere la mia immagine, riuscendoci solo parzialmente. È stato uno splendido viaggio scriverlo e presentarlo ma quelle pagine ormai non mi appartengono dato che raccontano di un Marcello vergine e spensierato, un Marcello che non esiste più da anni.>>