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Il coraggio di una donna affetta da NF1.

L’intervento di trapianto facciale è terminato all’Ospedale Sant’Andrea dopo 27 ore.

La NF1, malattia dalla quale è affetta la paziente, è una malattia che può provocare diversi disagi nella vita quotidiana, per la presenza di macchie di color caffellatte ad esempio, che si presentano come primi sintomi della malattia.

È stata la tragica fatalità di una ragazza di 21 anni, morta in un incidente stradale, a permettere a questa donna di 49 anni, la possibilità di un nuovo inizio. I genitori della ragazza hanno permesso la donazione del tessuto necessario al trapianto e ciò grazie alla loro generosità e al loro altruismo. L’intervento è terminato alle 5 di questa mattina.

Ma cosa può spingere un paziente a sottoporsi a tanto? Certamente il desiderio di porre fine alla sofferenza, sentimento causato dal disagio di quei difetti fisici provocati dalla malattia in questione. Ai medici di tale équipe si deve il merito non solo di aver salvaguardato la vita della donna, ma anche di averle offerto quell’opportunità di viverla a pieno, senza alcun blocco e timore nel reinserimento sociale.

In questa impresa si deve dunque riconoscere alla paziente il coraggio di essersi sottoposta a tutto ciò, pur di migliorare la propria qualità di vita, mentre ai medici e ai genitori della 21enne donatrice l’aiuto offertole per perseguire tale obiettivo.

Questo è il primo episodio di trapianto facciale effettuatosi in Italia, ma che ha avuto precedenti già in altre parti del mondo, concludendosi con la soddisfazione dei medici e con la gioia indescrivibile dei pazienti. Ricordiamo i casi di Katie Stubblefield, Recep Sert e Jerome Hamon (affetto anche quest’ultimo di Nf1), ma anche altri. Tutti esempi di coraggio nel voler migliorare se stessi.