Giuseppe Conte attacca Giorgia Meloni nel giorno di Ferragosto.
“Ieri ho letto tre interviste di Meloni e nemmeno una soluzione per i problemi degli italiani. Dagli stipendi bassi agli sbarchi più che raddoppiati da quando è al Governo, dal carovita ai ritardi e ai tagli nella spesa del Pnrr che è il futuro delle periferie, della nostra sanità, delle infrastrutture“.
E’ quanto scrive il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in un lungo post su Facebook.
“Non si può restare a guardare: è necessario contrastare il racconto edulcorato di una premier che non ha uno straccio di idea per cambiare il Paese. Per questo oggi ho sentito l’esigenza di rispondere a quelle interviste sugli stessi giornali”.
“Sul salario minimo nessuna soluzione dal Governo”
“L’incontro a Palazzo Chigi è stato surreale. Dopo mesi di discussioni Meloni non aveva uno straccio di soluzione e di fronte alle nostre puntualizzazioni tecniche non c’è stata alcuna controreplica”, sottolinea il leader del Movimento 5 Stelle, parlando dell’incontro sul salario minimo tra l’opposizione e il governo in un’intervista rilasciata a la Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa.
L’ex premier ha replicato alle parole dette dalla premier Meloni agli stessi tre quotidiani in un’intervista concessa mentre si trova in vacanza in Puglia.
Secondo Conte durante l’incontro sul salario minimo “l’unica è stata quella di valorizzare il Cnel di Renato Brunetta.
Noi però abbiamo il Paese dalla nostra: la risposta alla petizione online è stata entusiasmante. In autunno faremo contare la voce dei cittadini, anche di quelli di centrodestra che il governo non vuole ascoltare“.
Alla domanda su un eventuale incontro con Brunetta il leader 5 Stelle ha risposto che “non rifiuto il confronto con nessuno ma il tempo di studiare è ormai finito, abbiamo accumulato studi e statistiche, ora è tempo di agire“.
Conte ha poi affermato che “non siamo disponibili a spaccare i lavoratori, pretendiamo dignità del lavoro per tutti e 4 i milioni di lavoratori sottopagati.
L’obiettivo del centrodestra è quello invece di varare una misura per una parte della platea”.
Un atteggiamento che secondo l’ex premier si è già verificato “su reddito di cittadinanza e autonomia differenziata” con l’obiettivo di “dividere il Paese e creare una guerra tra poveri.
Il loro modus operandi è il lobbismo di Stato, non c’è una visione di Paese, non concepiscono misure che si rivolgano a tutti“.