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Consacrazione del Santuario di Montevergine: 25 maggio 1124

Anno domini 1124, giorno 25 maggio, avviene la consacrazione del Santuario di Montevergine.

Un luogo di culto mariano che ormai identifica il popolo irpino e viceversa, non solo dal punto di vista religioso, ma anche dal punto di vista sociale.

Storia del Santuario e della sua Consacrazione a luogo di culto

A dar vita al Santuario come luogo di culto fu San Guglielmo, inizialmente noto come  da Vercelli e,in seguito appunto ai fatti che andremo a narrare, anche da Montevergine.

Fonti storiche dell’epoca raccontano che il Santo giunse in Irpinia dopo un lungo peregrinare e dopo diverse disavventure, da lui interpretate come segni della volontà divina.

Tale leggenda o verità storica che sia è riportata nella Legenda de Vita et Obitu Sancti Guglielmi Confessori et Eremite del XIII secolo, ma proseguiamo nel racconto.

Rientrato da un pellegrinaggio in terra iberica, a Santiago de Compostela, il Santo decise subito di ripartire verso la Terra Santa. Ciò sarebbe stato possibile solo attraversando la via Francigena fino a Brindisi e una volta lì proseguire via mare verso Gerusalemme.

Le cronache riportate dal codice del XII secolo, conservato nella Biblioteca Statale di Montervergine,  riportano un’ agressione subita da Guglielmo che fu derubato e ridotto in fin di vita nei pressi di Ginosa, poco distante da Taranto. Durante la sua convalescenza fu San Giovanni da Matera a convincerlo che l’aggressione era in realtà un segno e che il suo destino lo avrebbe portato a fare grandi cose lì: nel meridione d’Italia.

Una volta ristabilito – siamo nel 1118 secondo gli studi di Padre Mongelli da Tufo – il Santo riprende il suo viaggio e la sua vocazione da eremita trovò accoglienza nella silenziosa e armoniosa cima del Monte Vergine, così chiamato proprio perché privo di insediamenti e di fatto mai alterato dalla mano dell’uomo.

Nel 1122, visto il crescere della comunità richiamata Montevergine dalla forte spiritualità del luogo, Guglielmo decide di edificare un monastero per i sacerdoti, una foresteria per i fedeli e ovviamente una chiesa, diventando una fortezza spirituale dove le anime erranti potevano rinfrancarsi.

Dopo qualche anno, il 25 maggio del 1124, arriva la consacrazione dell’Abbazia e con essa l’indipendenza dalla diocesi di Avellino, grazie alla concessione del suo Vescovo: Giovanni I.