Delicata la trattazione del tema riguardante il congedo parentale, finora zona grigia della legislazione.
Ma il Parlamento europeo ha finalmente approvato una serie di disposizioni in materia.
Le decisioni prese dall’organo istituzionale sono volte ad affermare la centralità della figura paterna nonché a sottolineare e rimarcare l’importanza del rapporto genitore-neonato anche lato maschile.
Forte l’entusiasmo dei votanti, i quali hanno espresso la loro piena approvazione con 490 voti favorevoli, 82 contrari e 48 astenuti.
Le nuove decisioni porteranno l’Italia a raddoppiare i giorni lavorativi riconosciuti ai papà in seguito alla nascita del proprio figlio, i quali passeranno, dagli attuali 5, a 10 a partire dal 2022.
Lo stato italiano si riserva quindi un tempo per l’adeguamento alle disposizioni pari a tre anni, a partire dall’entrata in vigore della direttiva, ossia dal ventesimo giorno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, bisogna però ricordare anche che il 2022 risulta essere il tempo massimo per l’adeguamento, ma nulla vieta un allineamento più celere alle nuove disposizioni.
Per lo stato italiano c’è stato inoltre una sorta di richiamo particolare, derivante dal fatto che i 5 giorni previsti dal regolamento nazionale di congedo parentale attuali, i quali avevano già subito un aumento rispetto ai precedenti 2, colloca lo stato tra gli ultimi in Europa in quanto a riconoscimento del ruolo del padre.
Bisogna ricordare inoltre che i 10 giorni di congedo obbligatorio saranno retribuiti “ad un livello non inferiore all’indennità di malattia,” ai quali si aggiungono anche ulteriori due mesi di congedo facoltativo, non trasferibili alla madre e retribuito.
Attualmente la normativa in materia di congedo parentale, stabilisce che possano fruirne anche dai papà solamente qualora la madre ne ceda una parte.
La nuova legislazione costituisce quindi un importante passo avanti verso la parità di genere, aiuta altresì a delineare una più equa divisione delle responsabilità genitoriali.