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Concentrazione: stili attentivi e consigli per il focus

Che sia lo studio, il lavoro o un altro ambito in cui il fattore umano è determinante, l’attenzione e la concentrazione sono estremamente importantI, soprattutto in relazione all’elaborazione delle informazioni ottenute. Senza attenzione non si coglie ciò che è necessario, nell’ambiente esterno o all’interno di noi, per raggiungere i nostri obiettivi; senza concentrazione non si può invece portare a termine i compiti iniziati, perché subentrerebbero continuamente delle distrazioni che ci impedirebbero di farlo.

La “Theory of Attentional and Interpersonal Style”, teorizzata da Robert M. Nideffer nel 1976, si basa proprio sulla relazione tra attenzione, concentrazione ed elaborazione delle informazioni. Questa teoria è considerata soprattutto per quanto riguarda la psicologia dello sport, ma può essere applicata anche in altri ambiti come lo studio o il lavoro. Secondo Nideffer, il focus attentivo di una persona può variare nello spazio delineato da due assi: l’asse orizzontale valuta l’ampiezza (focus ampio- ristretto), mentre quello verticale la direzione (focus orientato all’esterno- all’interno). A seconda della combinazione di questi due assi, si delineano quattro stili di concentrazione.

Lo stile consapevole (focus attentivo ampio ed orientato all’esterno) prevede il cogliere dall’ambiente le informazioni necessarie per reagire in modo veloce e istintivo alle sollecitazioni ambientali. L’individuo, tuttavia, deve prestare attenzione sia a sé stesso che all’ambiente che lo circonda.

Lo stile strategico (focus attentivo ampio ed orientato all’interno) si concentra più sull’analisi, la pianificazione e la creazione di strategie. Vengono sfruttate le informazioni esterne in relazione a quelle che l’individuo già possiede grazie all’esperienza o all’apprendimento.

Per stile sistematico (focus attentivo ristretto ed orientato internamente) si intende la ripetizione sistematica delle informazioni per portare a termine il compito, o la manipolazione dei propri stati interni sia fisici come la respirazione, sia psichici come la motivazione.

Lo stile focalizzato (focus attentivo ristretto ed orientato esternamente) è applicato quando si realizza una procedura di natura concreta o interpersonale come il fare una domanda.

Secondo la teoria di Nideffer, solitamente gli individui tendono a preferire uno di questi stili, nel quale si trovano nella maggior parte del tempo, ma ovviamente ciò non esclude che in caso di necessità, possano passare ad uno stile diverso, con più o meno facilità.

Determinato però l’ambito in cui abbiamo bisogno di focus, quali sono però i modi per aumentare la concentrazione? Spesso è presente in noi una vera e propria resistenza che ci spinge a procrastinare, una resistenza tuttavia che si può combattere con qualche consiglio e tanta buona volontà. La prima cosa è rinunciare per quanto possibile al multitasking e concentrarsi su uno step alla volta. Il nostro cervello è impostato per svolgere compiti in sequenza, non in contemporanea. Da uno studio del 2009, condotto dall’Università di Stanford, si è scoperto che le prestazioni di coloro che si definivano multitasking erano più scadenti rispetto a quelle dei soggetti che si focalizzavano su un obiettivo alla volta, quando si trattava di compiti attentivi o mnemonici o nelle situazioni in cui veniva richiesto di passare in fretta da un’abilità cognitiva all’altra.

Per aumentare la concentrazione è inoltre importante delineare una routine che limiti lo stress legato al prendere decisioni, ma soprattutto creare un piano settimanale: ciò permetterà di limitare l’ansia quando si pensa a tutto il lavoro che ci aspetta. Ovviamente il piano settimanale può essere modificato nel corso della settimana in base alle proprie esigenze. È importante trovare un giusto equilibrio tra la quantità di lavoro e le proprie capacità, ad esempio, per quanto riguarda lo studio, la propria velocità di apprendimento.

Altrettanto importante è quindi limitare le distrazioni come le notifiche dei dispositivi elettronici che interrompono il flusso del focus. Esistono delle applicazioni sia per i dispositivi Apple che per quelli Android che bloccano temporaneamente alcuni siti come i social network o i server di posta elettronica. Sempre per evitare distrazioni, bisognerebbe scegliere, per lavorare o studiare, un posto tranquillo dove non ci siano rumori forti (che stimolano la produzione di cortisolo, l’“ormone dello stress”). Sarebbe consigliabile procurarsi delle cuffie per non farsi disturbare dai rumori della città, facendo però altrettanta attenzione all’eccessivo silenzio.

Non deve essere inoltre messa da parte l’importanza di uno stile di vita sano. Fare attività fisica regolarmente riduce i livelli di stress e ansia, migliorando l’umore. Altrettanto importante è concedersi una sana dormita di 7-8 ore con cui fare il pieno di energie per il giorno dopo; infatti, uno dei primi sintomi della carenza di sonno è proprio la perdita di concentrazione.

Infine, per quanto possa sembrare paradossale è importante prendere delle brevi e frequenti pause dal lavoro. Che sia chiudere gli occhi per qualche minuto o chiacchierare con un familiare o un amico, distrarsi non è sempre deleterio, ma va alternato a sessioni di lavoro/studio in cui il focus non viene interrotto. Il consiglio è di non andare mai oltre l’ora di studio senza prendere pause: fare una pausa di 10 minuti ogni 40 minuti. Continuare a studiare incessantemente può essere addirittura controproducente, portando ad una sovrasaturazione, motivo per cui dopo aver passato molte ore su un libro si ha la sensazione di non ricordare nulla.