Oggi, 2 gennaio si pensa che si festeggi il compitalia.
Essa è una festività tradizionale della religione romana. In particolare il compitalia si festeggia una volta all’anno in occasione dei Lares Compitales, ovvero divinità che proteggono la famiglia e gli incroci stradali.
Infatti, il nome deriva dalla parola latina “compitum”, che significa incrocio.
Per quanto concerne l’origine della festività ci sono diverse scuole di pensiero.
Alcune scuole di pensiero attribuiscono questa festività a Tarquinio Prisco, mentre altre a Servio Tullio.
Dunque, come si festeggiava il compitalia?
Durante questa festività, le famiglie appendevano al portone di casa una statua della dea Mania.
Inoltre, le famiglie erano solite appendere sui portoni anche figure di lana rappresentanti uomini e donne.
Invece, lo scrittore e funzionario romano Ambrogio Teodosio Macrobio attribuiva il compitalia a Tarquinio il Superbo.
Altra caratteristica del compitalia sono i magistri vici, ovvero figure che presiedevano la festività.
Durante la festività, queste figure indossavano la toga praetexta.
Tuttavia, è doveroso ricordare che tale festività non si festeggiò più durante il periodo delle guerre civili.
Solo più tardi, al termine delle guerre l’imperatore Augusto ripristinò questa festività ordinando le infiorate per le strade con processioni, riti e sacrifici.
Inoltre, è importante dire che il compitalia fa parte delle feriae conceptivae, ovvero delle festività ufficiali indicate ogni anno dai sacerdoti e dai magistrati.
Dunque, ogni anno la data di tale festività cambiava, ma di solito sempre in inverno, in particolare nei primi giorni di gennaio.
Ad esempio, Cicerone in una lettera indirizzata a Tito Pomponio Attico riferisce che la data del compitalia è il 2 gennaio.
Così si prepararono le infiorate nei templi con i fiori di noccioloe di calendule.
Quindi, era una festività preromana e romana che prevedeva anche i ludi.
In cosa consistevano questi giochi?
In particolare, essi erano:
- gare di lotta,
- corse,
- recitazione.