Tenacia, costanza, bravura ed esperienza, oltre che una volontà infinita: all’orizzonte si scorge un enorme faro, luminoso e sfolgorante. Si erge solitario in mezzo alle acque tiepide del Mediterraneo e rappresenta il luogo di appoggio e di sostegno per tutti coloro che navigano nei suoi dintorni; un piccolo porto sicuro, in grado di offrire protezione a numerose imbarcazioni. Dopo dieci anni all’ombra del Vesuvio, Christian Maggio, in scadenza di contratto, si reca in una nuova città, sempre all’interno dei confini campani e interpretando la sua solita funzione.
Una storia importante e impregnata di emozioni, quella del difensore veneto: una carriera vissuta intensamente, ad altissimi livelli soprattutto negli ultimi due anni, da quando veste la casacca giallorossa. Perché per Maggio vale il motto “crescere per sentirsi sempre un bambino“; perché, nonostante l’età avanzata, il “giovane” 38enne non ha gettato la spugna e non ha ancora voglia di appendere gli scarpini al chiodo; perché egli si è sempre mosso come un ossesso sulla corsia di destra, da una vita, ormai, macina infiniti chilometri.
Quando il piccolo paesino di Montecchio Maggiore partorì Christian Maggio, Napoli aveva già deciso di adottarlo, sebbene le numerose tappe prima di giungere in terra campana. Ormai tra il “giovane” ragazzo e la città di Napoli intercorre un rapporto speciale ed indissolubile: “Napoli è una città unica al mondo. Devi imparare a sentirla, conoscerla. È diventata la mia seconda casa“.
Eh già caro Maggio, hai proprio ragione, perché la città partenopea ti ha amato fin dal primo momento che hai messo piede su questo territorio: la tua grinta e la tua passione hanno infiammato innumerevoli cuori di tifosi azzurri ed hanno offerto gli strumenti necessari per creare una connessione indistruttibile, destinata a non finire mai. Un decennio, circa 308 presenza con la maglia del Napoli. Anni ricchi di emozioni, successi, trofei e rimpianti: Christian a Napoli ha lasciato il proprio cuore e così sarà per sempre.
Ma dal 2018 fino a questa parte, per Maggio si è aperto un nuovo capitolo della sua vita con l’approdo alla corte delle Streghe. Dopo un inizio complicato, anche lì comincia a mostrare le qualità del campione che era e che tutt’ora è. Eterna bandiera azzurra, anche nell’entroterra campano riesce a farsi amare da un pubblico caloroso, desideroso di sognare e di conquistare la promozione in Serie A. Alla fine Pippo Inzaghi, con l’aiuto del veterano Chirstian e di tutto il resto della squadra, permette ai Sanniti di sbarcare nella massima serie con sette giornate d’anticipo. Per
Maggio, è l’ennesimo traguardo raggiunto in una carriera, che l’ha visto giocare anche con la maglia della Nazionale, accarezzare il sogno Champions League, come quello scudetto.
Ventisette presenze, tre reti messe a segno: score importante per un difensore che dimostra di avere tutt’altro che 38 anni. Il difensore ha il contratto in scadenza ma presto si troverà un accordo con la società, perché non è ancora il momento di dire addio al calcio, proprio ora che da capitano, si è trascinato l’intera squadra sulle spalle, ha fatto a sportellate con gli attaccanti avversari ed ha aiutato la compagine ad ottenere una promozione significativa, fondamentale per salire nel massimo campionato, quello che conta.
Maggio torna nel massimo torneo italiano e lo fa forte anche di un “piccolo” record personale. È il miglior difensore goleador dell’ultimo decennio in Serie A: con i suoi 32 gol in 326 è riuscito a piazzarsi davanti a calciatori campioni del Mondo come Materazzi e Oddo, oppure Bonucci, Chiellini e il “muro” Samuel.
A volte, forse troppe volte, si tende a citare calciatori che sono stati pagati a suon di milioni, giocatori che valgono tanti soldi, ma i veri campioni sono altri: Christian può essere considerato un campione a tutti gli effetti, non tanto per la varietà di trofei conquistati e mancati, ma per la sua passione e la sua forza volontà. Il calcio lo ha scortato in tutto il suo percorso di crescita, lo ha accompagnato mano nella mano e lo ha reso uomo.
Ritornerà, quindi, al San Paolo, il tempio dei suoi ricordi, “la stanza dello spirito e del tempo” che gli ha permesso di diventare grande; combatterà a fianco dei Sanniti ma alla fine, nonostante ora difenda lo stemma delle streghe che ha sul petto, non sarà mai un vero avversario. Lunga vita ai campioni, lunga vita a Christian Maggio.