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Chi era Luigi Cossellu, il 27enne no-vax morto perché non ha voluto indossare il casco

Chi era Luigi Cossellu, 27enne novax morto perché si è strappato il casco per la respirazione assistita. Secondo i suoi amici, Luigi era un ragazzo allegro, che non si lasciava abbattere facilmente dalle difficoltà.

Scrivono sui social: “Eri sempre sorridente, nessuno mai è riuscito a toglierti il sorriso e spero che anche lassù sarai sempre così“. Il suo profilo è inondato di commenti che ricordano la sua vita. Luigi non avrebbe mai creduto di morire davvero a causa del Covid.

Il 27enne è arrivato in Pronto Soccorso a Terracina il 16 gennaio già in gravi condizioni. Fin dal primo istante non si è mostrato collaborativo ed aveva un atteggiamento scettico e di rifiuto nei confronti delle cure. I medici hanno provato a salvarlo ma, purtroppo, Luigi, a soli 27 anni, è morto di embolia polmonare.

Chi era Luigi Cossellu, morto a 27 anni: si è strappato il casco per la respirazione assistita in terapia intensiva

Il giovane aveva patologie pregresse che rappresentavano fattori di rischio per il Covid. Eppure, nonostante ciò, aveva scelto di non vaccinarsi, convinto della scarsa pericolosità del virus. Fonti sanitarie sostengono che il ragazzo fosse asmatico e obeso e che questi fattori abbiano aggravato di molto la sua situazione clinica.

Luigi Cossellu era un ragazzo dinamico. Andava in moto, era appassionato di pesca sportiva, alla sua giovane età scoppiava di vita. Membro di un’associazione dilettantistica di pesca, Gigi – così lo chiamavano i suoi amici – era un ragazzo che amava a stare all’aria aperta.

Uno dei suoi amici  più cari, Ermanno, scrive sui social: “Gli amici muoiono nonni papà ragazzi amici portati via dal Covid tanto non esiste è solo un influenza ditelo alle famiglie che hanno perso un parente caro, potete fare quello che volete il risultato è la fine della vita. Che la terra ti sia lieve Luigi“.

Luigi Cossellu è morto dopo pochi giorni di terapia intensiva. Nei suoi ultimi giorni aveva strappato via il casco per la respirazione assistita. Secondo i medici, è arrivato in ospedale quando ormai i sintomi erano già troppo gravi per via della negazione psicologica della malattia.

Ancora ricoverato in ospedale è il padre di Luigi, 55 anni, anch’esso non vaccinato e in gravi condizioni.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.