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Caso Santanchè: in Senato sul caso Visibilia

Daniela Santanchè, ministra del Turismo nell’attuale governo Meloni, è al centro delle polemiche dopo l’inchiesta giornalistica di Report sulle sue società.

Mercoledì 5 luglio, in un’informativa al Senato si è difesa dicendo: “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia. Contro di me una campagna d’odio”.

Nel mentre però non è più secretata l’iscrizione nel registro degli indagati alla Procura a Milano di Santanchè, nei cui confronti è aperta un’indagine per bancarotta e falso in bilancio su Visibilia, gruppo che ha fondato e di cui è rimasta come socia di maggioranza e amministratrice fino al 2022.

E il caso diventa politico, con la maggioranza che fa quadrato intorno alla ministra, mentre l’opposizione va all’attacco.

Il M5s ha presentato una mozione di sfiducia e il Pd, conferma la segretaria Elly Schlein, “certamente” la voterà.

Il Corriere della Sera ha ricostruito i passi della vicenda, spiegando che già nel novembre 2022 il quotidiano di via Solferino aveva scritto che Santanchè era indagata per falso in bilancio nelle comunicazioni 2016-2020 di Visibilia Editore spa.

Tra gli atti della richiesta della Procura al Tribunale Fallimentare in cui si chiedeva di mettere in liquidazione quattro società indebitate del gruppo Visibilia, c’era una annotazione, risalente a settembre, del Gruppo Tutela Mercati della Guardia di Finanza di Milano in cui si parlava della “la sussistenza del reato di false comunicazioni sociali”.

Santanchè provò a smentire la notizia tirando in ballo la certificazione di routine della Procura all’istanza dei suoi legali contemplata dall’articolo 335 del codice di procedura.

Secondo il Corriere si trattava di “un possibile caso di ricorso dei pm al 3 bis di quell’art.335, cioè alla facoltà in caso di indagini complesse di ritardare (per un massimo di 3 mesi) la comunicazione dell’iscrizione”.

Secondo il quotidiano milanese, i suoi avvocati in quella fase hanno avuto interlocuzioni con la Procura nelle quali era dato per assodato che Santanchè fosse indagata per falso in bilancio e concorso in bancarotta.

La ministra non ha più chiesto la certificazione, “per poter continuare a dire di non aver notizia formale di indagini a proprio carico”.

Dopo sei mesi dall’iscrizione c’è un altro passaggio procedurale: se i pm hanno bisogno di altro tempo per le indagini, devono per forza chiedere la proroga al giudice delle indagini preliminari, che deve notificare la richiesta di proroga all’indagato e informarlo delle indagini a suo carico.

La notifica avviene con una pec inviata al legale dell’indagato (se ne ha già uno).

Santanchè per questa vicenda non ha mai conferito un formale mandato a un avvocato penalista, mentre il civilista che la segue nelle udienze fallimentari delle società non ha titolo, spiega sempre il Corriere.

Quindi in questi casi, la richiesta della proroga delle indagini viene notificata al domicilio dell’indagato e se ne ha prova quando al gip torna la “cartolina” dell’Ufficiale Giudiziario (Ufficio Unep) attestante la riuscita consegna.

Se come ricostruito dal Corriere, dal rapporto Gdf si può ipotizzare che Santanchè fosse indagata a fine settembre 2022, i sei mesi sono scaduti il 30 marzo, quando la Procura ha chiesto la proroga delle indagini.

La notifica però non è stata completata tra i vari passaggi burocratici.

Ma la “cartolina” di conferma di consegna dell’atto potrebbe essere in viaggio e arrivare a breve.

Dichiarazioni caso Santanchè 

Su di me campagna d’odio, mai ricevuto avvisi di garanzia”.

Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè al Senato rispondendo alle accuse sulle società da lei gestite, Visibilia e Ki Group.

“Sono qui a difendere l’onore mio e di mio figlio – ha continuato – Nulla da nascondere, sono una persona felice. Non ho nessuna multa da pagare. Critiche più feroci da chi prenota nei miei locali”.

A presiedere l’Aula il presidente Ignazio La Russa e in tribuna c’erano anche diversi dipendenti di Santanchè. Il M5S presenta mozione di sfiducia.

La ministra è inadeguata a rappresentare il Made in Italy, la sua responsabilità è politica”, attacca Giuseppe Conte.

Elly Schlein assicura: “Voteremo la mozione, Santanchè si dimetta”.

Il Terzo polo diviso sul pressing affinché la ministra lasci l’incarico. Calenda: “Dovrebbe pensarci”. Borghi (Iv): “Non chiediamo le dimissioni”. Ma FdI rinnova la fiducia alla ministra.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.