Casalelab nasce dalla volontà di un gruppo di giovani che si accorgono della scarsezza di informazione nella propria città. Per questo motivo Francesco Saudino, Gianluca Natale, Gennaro Cantiello, Eliana Diana, Rosita Borrata e Fabio Zippo decidono nel 2016 di attivarsi in tal senso allo scopo di costruire una coscienza politica e civile manchevole specie tra i ragazzi della cittadinanza.
Quando ancora non si era costituita come associazione vera e propria, agli esordi delle attività, già il gruppo si era attrezzato per organizzare un corso di formazione politica e cittadinanza attiva, articolato in quattro incontri in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. L’iniziativa riscosse un successo insperato e fu così riallestita una seconda edizione.
Nel gennaio 2018 ecco sorgere ufficialmente l’associazione Casalelab, che prosegue nella sua opera di formazione di una cittadinanza attiva e di informazione in merito alle tematiche più disparate, per andare poi a confluire nel volontariato, con una raccolta fondi a favore dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ed altre tre destinate a Telethon.
Ogni anno l’associazione si prodiga nella disposizione di una serie di incontri culturali, l’ultimo dei quali, per l’impossibilità di essere svolto in una sede fisica, si è tenuto tramite una diretta Instagram. Tre gli autori intervenuti domenica con la presentazione dei rispettivi scritti: Ada Aversano e Francesco Serao con versi sparsi, Francesca Kershaw con “La mia pelle maculata”. Sabato è stata invece la volta delle voci di Sara Santagata, Gianmaria Modugno e Alfonsina Venosa, a dare un po’ di colore ad un irreale sabato di una grigia primavera.
«Abbiamo già alcune altre iniziative che stiamo organizzando per questa settimana che sono principalmente di solidarietà» informa Francesco Saudino, cofondatore di CasaleLab, poi aggiunge «Stiamo cercando un modo per partecipare alle iniziative di spesa solidale, che si stanno susseguendo nei vari supermercati e continueremo con le dirette social a tema informativo ed artistico».
Un’iniziativa che ha permesso all’associazione di non interrompersi ma anche di tenere compagnia ad un pubblico quanto mai annichilito per la reclusione in casa e di rimpolpare mente e animo. Un appuntamento ridimensionato in versione social che ha provato a ridare lo statuto di weekend a dei giorni divenuti indistinguibili gli uni dagli altri.
Una poesia molto rappresentativa quella recitata da Ada Aversano per il periodo storico in cui ci troviamo, momento in cui bisognerebbe recuperare il valore della parola e del silenzio verso sè stessi e l’altro:
quando ho imparato a dire Ciao
nemmeno sapevo come si faceva
ad aprire le porte
ma già tenevo su il braccio
aprivo e chiudevo la mano
come si fa -più velocemente-
per prender le mosche.
Quando ho imparato a dire Ciao
forse avevo questa idea
di catturare alla stessa maniera un istante
infatti dopo, più grande
ho scoperto la fotografia:
ho capito che si può catturare una mosca
senza toglierle l’aria
mi è sembrata una cosa molto bella.
Quando ho imparato a dire Ciao
dopo il gesto è nata la parola
quindi i suoni, che pure mi piacevano
pensavo di voler fare la cantante
poi dopo, più grande
ho capito che ero più brava con il silenzio,
che forse mi piaceva parlare
e anche ascoltare.
Quando ho imparato a dire Ciao
avevo pochi anni,
qualcuno mi ha spiegato:
“Ciao” si dice due volte
all’inizio e alla fine
di un incontro
poi dopo, più grande
ho imparato a dire Ciao
soltanto in un racconto.