Secoli fa, il Carnevale era riconducibile alla primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi.
Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori, cioè le maschere e chi le indossa assume le caratteristiche dell’essere “soprannaturale ” rappresentato.
Secondo la tradizione cattolica, come sappiamo, il “Martedì Grasso” cade il martedì dopo il Battesimo di Gesù e precede il periodo di Quaresima. Dunque, per tradizione, le tavole vengono imbandita con abbondanza soprattutto di dolci.
Come ogni festa ogni regione ha la propria tradizione, la propria maschera e ovviamente il proprio piatto. I più famosi sono le chiacchiere (chiamate in modo diverso in ogni parte d’Italia), il sanguinaccio, il migliaccio provenienti dalla tradizione napoletana e le castagnole.
Questa volta esploriamo altri dolci tipici della tradizione italiana che, forse, sono poco conosciuti:
Fravioli: sono dei ravioli a mezzaluna di origine siciliana. Pasta croccante con un ripieno morbido, dolce e aromatico. Tradizionalmente vengono farciti con ricotta aromatizzata con spezie molto invernali come cannella e chiodi di garofano.
Crispelle: sono delle originali frittelle di riso cotto nel latte. Hanno bisogno di una lievitazione lunga, dopo la quale si modellano in forma cilindretti molto lunghi. Infine possono essere decorate con cannella, zucchero a velo o semolato, miele.
Testa di turco: è un dolce di Carnevale non fritto ma al cucchiaio, tipico di un paese vicino a Palermo che si chiama Castelbuono. Consiste in strati di una sfoglia fritta simile a quella delle frappe, alternati a crema di latte.
Taralli al naspro: sono delle ciambelline lievitate all’anice ricoperte da glassa (naspro) aromatizzata al limone.
Cartellate: dolcetti croccanti, a forma di corona dai bordi seghettati, tipici della Puglia, realizzati a partire da una sorta di pasta matta al vino. Possono essere cotte in forno o fritte. Quando sono belle dorate, si immergono in una specialità del Sud: il vincotto o mosto di fichi. Ma c’è anche chi le cosparge di miele e mandorle.
Crescionda: è una torta preparata esclusivamente nella zona di Spoleto. Anticamente tra gli ingredienti c’erano pangrattato e brodo di gallina uniti a zucchero, pecorino e cioccolato fondente. Oggi ne esistono diverse varianti a base difarina di mais e una con cioccolato e amaretti. Questa è una torta magica, cioè una di quelle torte in cui in cottura gli ingredienti si dispongono da soli su tre strati di diverso colore e consistenza.
Arancini e limoncini: preparati in particolare ad Ancona, sono delle girelle dolci fritte di pasta lievitata, chiamate anche datteri. Gli arancini sono aromatizzati con scorze d’arancia, i limoncini con scorze di limone. Dopo la frittura vengono cosparsi di miele.