Il carnevale ad Ischia, non è solo arte, cultura, storia e bellezza, è anche gastronomia, tradizione culinaria perpetuata nel tempo, e garantita ancora oggi, grazie alle numerose ricette che nel tempo, si sono tramandate, fino ai giorni nostri.
Carnevale, è festeggiato, non solo con le numerose attività che vedono coinvolti soprattutto i più piccini, ma anche con le tante ricette che contribuiscono a dare colore alle tavole imbandite. Nella tradizione di Ischia, a carnevale, non può mancare la “lasagna”, un vero e proprio piatto unico, degno di nota, anche se super calorico. La lasagna, nel corso del tempo, si è arricchita di diverse varianti, riscontrabili nelle varie preparazioni delle massaie di Ischia. C’è chi alterna agli strati di pasta fresca, delle piccole polpette realizzate con carne di maiale, chi invece, preferisce preparare il cosiddetto ragù, tipico della preparazione napoletana. Realizzazioni diverse, intrise di cultura, passione e ricordi del passato, ma anche di profumi, gusto e bontà, che inondano le abitazioni ischitane in questo giorno di festa.
La lasagna, nonostante sia prettamente emiliana, è entrata a far parte della cultura gastronomica campana, a partire dal 1700, quando i monzù, i cuochi in servizio presso la corte Borbonica, amavano preparare piatti ricchi di ingredienti, che andavano a braccetto con la sontuosità dei costumi di allora. La storia racconta che re Ferdinando II, l’ultimo re delle due Sicilie, prima dell’Unità d’Italia, era affettuosamente chiamato “re Lasagna” per la sua smisurata passione per questo piatto.
La tradizione culinaria tipica del carnevale, prevede, oltre alla lasagna, e quindi una pietanza salata, anche dei dolci tipici, tra cui sicuramente vi sono le cosiddette “chiacchiere”, fritte in olio bollente e spolverate con lo zucchero a velo.
Secondo gli storici l’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana, in quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati “frictilia“, che venivano fritti nel grasso del maiale, e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale). Si era soliti farne grosse quantità perché dovevano durare per tutto il periodo della Quaresima. A Napoli, si fa risalire l’origine delle chiacchiere, alla Regina Savoia che volle chiacchierare ma ad un certo punto le venne fame e chiamò il cuoco di corte, Raffaele Esposito, chiedendogli di preparare un dolce che potesse allietare lei e i propri ospiti, egli prese spunto da quella chiacchierata e diede il nome di “chiacchiera” al dolce appena fatto.
Questo dolce di carnevale, particolarmente apprezzato anche dai bambini, sia per la forma, sia perché molto goloso, può essere conservato per parecchi giorni, chiuso ermeticamente in un sacchetto o in un contenitore.
Altro dolce tipico del carnevale, è il “migliaccio”, (che ad Ischia è anche un cognome molto diffuso) il quale ha due varianti; c’è chi lo prepara con il semolino e chi invece con gli spaghetti. Due versioni abbastanza diverse tra loro, soprattutto per quanto concerne la consistenza del prodotto finale, ma ugualmente golose. Un tempo, addirittura, veniva preparato unendo il cosiddetto “sanguinaccio di maiale” alla farina di miglio (da cui il nome) dettaglio che rivela la provenienza rurale del dolce. Oggi, questa usanza è andata dileguandosi, e si usa farcire il “migliaccio” con marmellate, confetture o cioccolato. Un dolce semplice da preparare e soprattutto semplice, dagli ingredienti facilmente reperibili e poco costosi.
Il termine Carnevale deriva dalla locuzione latina carnem levare, ovvero, letteralmente, “privarsi della carne”, che faceva riferimento all’ultimo banchetto che tradizionalmente si teneva l’ultimo giorno prima di entrare nel periodo di Quaresima e quindi nel “martedì grasso” che precedeva il “mercoledì delle ceneri”.
Grazie alla tradizione culinaria tipica di Ischia, i bambini, nel corso del tempo, hanno potuto assaporare le delizie proprie di ogni comune dell’isola. Una storia antica narra, che un tempo, le persone più anziane, fossero solite preparare dei dolcetti, al cioccolato o con frutta di stagione, da donare ai bambini mascherati, che andavano a far visita durante questo giorno di festa. Si racconta inoltre, che soprattutto nelle abitazioni rurali, i più piccoli realizzavano un fantoccio, soprannominato appunto “carnevale”, al quale veniva cantata una canzoncina, e intorno al quale si ballava e sorrideva, tutti insieme.
Una festa, il carnevale, intrisa di colori, sapori e buon umore, che ad Ischia, si arricchisce delle bellezze e delle tradizioni proprie dell’isola, che fortunatamente ancora oggi, vengono tramandate.