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Carmine Sgambati: “così pretestuoso da essere imbarazzante”

Napoli, il primo consiglio metropolitano vive una incresciosa situazione di tensione. Le testate locali riportano una vera e propria lite riguardo la questione assunzioni, sollevata dal consigliere Carmine Sgambati, il quale richiedeva un necessario incremento del corpus costituente la polizia municipale.

Già per il 2019 era prevista l’assunzione di 20 unità, mediante procedure di mobilità, numero che però si è ridotto inspiegabilmente di 12 unità, senza alcun apparente motivo.

La denuncia del consigliere Sgambati è volta a tutelare il pubblico servizio, nonché l’efficienza dello stesso, motivo per il quale il consigliere si è scagliato contro questa riduzione immotivata. Il suo timore è proprio quello di vedere l’arrivo di sole tre o quattro unità.

La sua richiesta è quella di bandire concorsi affinché possano essere acquisite le 20 unità decretate inizialmente per il fabbisogno 2020-2022.

Scontro frontale tra il consigliere metropolitano di deMa, Salvatore Pace ed il consigliere metropolitano di Italia Viva, Carmine Sgambati. I toni si sarebbero scaldati in merito alla mozione presentata dal consigliere Sgambati che, a pochi giorni dal passaggio nel suo stesso partito di due consiglieri comunali dei Riformisti democratici con deMa, con una maggioranza che così ora in Consiglio traballa, è in grado di esporsi potendo mostrare tutta la propria forza ideologica. Il consigliere di Italia Viva delegato alla polizia metropolitana porta in Aula l’atto per effettuare una richiesta di assunzione mediante concorso di 16 unità di personale di vigilanza così ripartite: 11 istruttori di vigilanza e 5 istruttori direttivi di vigilanza.

Clima teso, che ha contribuito al voto per il rinvio: niente da fare per le assunzioni, il Consiglio metropolitano lo ha votato infatti a maggioranza.

La redazione del XXI Secolo ha però voluto approfondire la questione, raccogliendo la testimonianza del consigliere Carmine Sgambati in merito alla questione.

Consiglio metropolitano, le parole di Carmine Sgambati

  • Dott. Sgambati, ultimamente è stata riportata la notizia di una “lite” nel corso di un consiglio metropolitano che riguarderebbe anche lei, potrebbe esporci i fatti secondo il suo punto di vista?

«Ho semplicemente esposto con chiarezza e precisione la doverosa necessità di assumere personale nella Polizia Metropolitana.

Evidentemente questo surriscalda gli animi per un malinteso senso dell’agire politico da parte di alcuni consiglieri (stavo per dire colleghi, ma mi risulta difficile).»

  • Questa non è una mozione di indirizzo politico, ma un vero e proprio atto tecnico in cui si specifica anche in quali profili dobbiamo assumere. Ma stiamo scherzando? Lo ritengo irricevibile. Io non cedo ai ricatti”. Su quale base le viene scagliata questa forte accusa? In che modo vorrebbe ribattere rendendo chiara la propria posizione?

«Su una base che non mi aspettavo e da chi mai avrei immaginato.

 È colpa mia se conosco la classificazione del personale ? Se anziché di un direttivo e 15 istruttori avessi parlato di “16 unità” il contenuto non sarebbe stato più “tecnico”? Se non mi fossi accorto che 20 (richiesti)-4 (assunti per mobilità) fa 16 sarei stato solo un politico senza diventare Pitagora?

È tutto così pretestuoso da essere imbarazzante.

Mi fa tenerezza la veemenza di chi l’ha sottolineato. Non è mio costume sparare sulla Croce Rossa.

L’infelicissima sortita la attribuisco a un impulso a metà tra astio e confusione.

Cose umane; può capitare a chiunque,l’ idea di ricatto è, nel caso, una vetta di surrealismo come difficilmente se ne trovano nella storia dell’arte.»

  • Il consigliere Elena Coccia chiede un rinvio, ma sappiamo che lei si ha insistito affinché ciò non avvenisse. Cosa crede che si nasconda dietro questa richiesta?

«La speranza dell’oblio. La fiducia nella mala burocrazia che tempera, sfuma, ammansisce.»

  • È riportata anche la notizia di uno scontro a viso aperto con il consigliere metropolitano di deMa, Salvatore Pace. Cosa è avvenuto?

«Lo dicevo poco sopra: nessuno scontro. I toni accesi sono il frutto di una reazione impulsiva del consigliere. Può capitare a tutti, anche a me. Addirittura capita di perdere d’occhio parole e numeri, lessico e aritmetica.

Certo non ce lo si aspetta da tutti.»

«Quelle magari, sono le basi della veemente confusione. Ma io parlavo di lavoro e di sicurezza: almeno io certi valori li vedo sempre separati dai numeri nelle assemblee.

Il bene collettivo viene milioni di anni luce prima di qualsiasi schieramento; spero che ora non si tiri in ballo l’astronomia per via della mia metafora.»

  • Come crede si risolverà la questione? Quali sono le sue proposte e le sue richieste imprescindibili?

«Rispettando la legge: alla mobilità inevasa segue il concorso. Se, nel frattempo, si è deciso che non c’è più bisogno di risorse sarà necessario spiegare se si è sbagliato prima a prevederle (tanto

da bandire ufficialmente una selezione per mobilità) o dopo stralciandole dalle previsioni.

E bisognerà spiegarlo nelle sedi competenti, non a me.

Parlo dell’ art.1 della Costituzione, di lavoro.»

La redazione del XXI Secolo ringrazia il consigliere Carmine Sgambati per cortesia e disponibilità mostrate nel corso dell’intervista.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II