Con una nota ufficiale il gruppo consiliare di Italia Viva estromette il Consigliere Carmine Sgambati, designando anche un nuovo capogruppo.
È tempo di elezioni amministrative, è tempo di alleanze, è tempo di cambiamenti, è tempo di strategie a volte dai risvolti incomprensibili agli stessi attori della politica.
È questo il caso del consigliere Carmine Sgambati che, senza alcun preavviso, è stato di fatto estromesso dal gruppo di Italia Viva.
Una decisione giunta, tra l’altro, senza nemmeno avvisare Sgambati, che non ci sta e non resta in silenzio.
Su un suo post sulla pagina personale Facebook, il consigliere Carmine Sgambati, esterna il suo sconcerto per questa manovra, essendo egli stesso fondatore del gruppo di Italia Viva sia in città metropolitana che al comune.
Una decisione che, dichiara il consigliere, lo lascia “tanto sgomento quanto, soprattutto, libero di scegliere e decidere“. Libero di decidere come proseguire il suo impegno “progressista e moderato e sempre per la città“.
In una lettera aperta indirizzata a Matteo Renzi, il consigliere, rende pubblico il suo dissenso e sconcerto per quanto accaduto a Napoli.
«Caro Matteo,
Se c’è un tratto distintivo di Italia Viva è la sua apertura, priva di stereotipi e pregiudizi, a una pluralità di soggetti politici, sociali e istituzionali; le divisioni (interne ed esterne) rappresentano solo sclerotizzazioni, vani residui del passato da superarsi in nome di un altro tratto distintivo del Partito: la chiarezza priva di infingimenti, manovre, astuzie.
Quanto mi è accaduto offre un quadro falsamente rappresentativo del Partito arrecandogli un grave danno reputazionale.
Un notabilato interno, autoproclamatosi guida assoluta, ha deciso la mia esclusione da IV nell’ assemblea consiliare della Città Metropolitana.
Lo ha deciso e lo ha realizzato con poche righe (allegate) che non solo ignorano il sottoscritto ma, addirittura, travolgono le più banali regole di qualsiasi organizzazione.
Una decisione notificata (solo al Sindaco) assunta al chiuso di stanze in cui la democrazia non entra e, con lei, il nostro Partito.
Insomma, un blitz secondo le più orribili prassi della politica più buia: quella attenta solo agli equilibri di potere (politics) totalmente indifferente alle azioni necessarie ai bisogni e alle necessità dei cittadini (“policies”).
Una politica ispirata da un notabilato che è convinto di ascendenze sacre e diritti acquisiti per decreto divino.
La più spaventosamente cieca autoreferenzialità che possa immaginarsi.
Detto in breve, IV a Napoli ha inscenato, con la collaborazione di un Senatore della Repubblica, la peggiore politica possibile: il vecchio, che più vecchio non si può.
Se c’è un aspetto, caro Matteo, che – ti assicuro – non viene scalfito da quest’ obbrobriosa parentesi di malapolitica è il mio destino personale, quello resta aperto chiaro, trasparente, intatto.
Sono risultato colpevole, agli occhi di una mini oligarchia, di collaborare in maniera aperta, leale e sincera alla realizzazione di progetti perfettamente coerenti con valori moderati e progressisti.
Colpevole insomma di “policies” agli occhi di chi, evidentemente, legge e interpreta solo equilibri di potere.
Colpevole, agli occhi di restauratori di ordini antichi terrorizzati dall’ idea di non poterli tramandare.
Con buona pace dei napoletani che dovrebbero essere al centro dell’ attività e dei pensieri di costoro».