Si annusava nell’aria il colpo di coda inevitabile e puntuale dal momento in cui è stata fissata la conferenza stampa di quella che possiamo oramai definire come l’ultima bandiera rimasta ed ammainatasi senza se e senza ma, come era giusto che fosse. Giusto perchè averla come gingillo su un bel mobile e basta, non gli si faceva onore, era solo una questione di tempo, perchè questa non era più la Roma di Totti e De Rossi, non lo era più da tanto tempo e il “pupone” lo andava dicendo da tempo e non con le dichiarazioni eclatanti: lo diceva con lo sguardo impantanato al limite dell’imbarazzo quando lo inquadravano nelle partite che lui presenziava nelle tribune degli stadi di tutta Italia, uno sguardo inverosimilmente triste che faceva a pugni con l’aria canzonatoria che aveva quando calciava, segnava e faceva sognare i suoi tifosi. Anche coloro che non hanno amato il suo atteggiamento spesso irridente, nel rettangolo di gioco, hanno dovuto ammettere che tutto era da preferire al Totti dirigente dell’attuale società giallorossa. Le sue parole all’addio ufficiale di oggi sono stati fendenti di Katana alla proprietà, accusata senza panegirici di non volere la presenza di romani all’interno della squadra e nemmeno nelle stanze dei bottoni. “Speravo che questo giorno non dovesse mai arrivare, avrei preferito morire, ma non è stata colpa mia” ha continuato l’ex campione, “il presidente (Pallotta) si circonda di persone sbagliate che non mi hanno mai coinvolto in progetti tecnici; che direttore tecnico potevo essere?”. Queste, le dichiarazioni del “Capitano” per antonomasia del club romanista, che a sua volta, dopo alcune ore ha risposto con un comunicato: “Siamo amareggiati nell’apprendere che ha lasciato la società. La sua percezione è fantasiosa e lontana dalla realtà. La proprietà non ha intenzione di mettere la Roma in vendita ora o in futuro”. Un comunicato nel quale si prendono serie distanze dalle frasi dell’ex DT e dalle accuse rivolte, che presagisce una certa propensione a voler voltare pagina, nel momento in cui si puntualizza la ferma volontà della proprietà a non cedere la squadra. Si ha come l’impressione che sarà importante allo stato delle cose e da ora in poi ,non commettere gravi errori che potrebbero avere conseguenze disastrose per i buoni rapporti con la città e la tifoseria che hanno visto scomparire in un colpo solo, due colonne (De Rossi è l’altra) che stimolavano come meglio non si poteva il senso di appartenenza ai colori “capitali”. Per Totti si prefigura un futuro in federazione, dove si spera di rivederlo sorridere nuovamente, magari non proprio come quando faceva gol, ma almeno come può fare colui che sa di essere utile per davvero. Siamo sicuri che ci riuscirà.