Finalmente finita quella barbosissima fase del calcio italiano, quella delle partite, si intende. Ora ci divertiremo sul serio con il calcio mercato, il valzer delle panchine e tutte quelle voci incontrollate che preconizzano, ipotizzano, fanno gli oracoli e spoleirizzano le reali intenzioni delle società di serie A, alle prese con le idee, i tentativi, i rifiuti e gli obiettivi. Chiunque può sognare per la sua squadra del cuore il campione di suo gradimento, da Messi a Ronaldo in giù il calciomercato te lo può far credere, anche solo per qualche ora, minuto o giorno intero. Basta avere orecchie drizzate a trecentosessanta gradi per raccogliere le confidenze del cameriere di turno che sta servendo il vitello tonnato a Paratici mentre questi sta telefonando a Guardiola oppure la dritta del figlio di un nipote di una lontana cugina, che lavora come addetto alle pulizie dello stadio San Siro che a sua volta ha ricevuto la confidenza dall’accompagnatore ufficioso della squadra del Milan sul nuovo attaccante rossonero. Molto più divertente della corsa solitaria al titolo di campione d’Italia della Juventus, la fase delle trattative rende prezioso ogni sussurro e spiffero di giornalisti e gente comune, altro che i 21 gol di CR7; nel periodo di compravendita calcistica tutto quanto fa spettacolo, proprio come diceva una famosa trasmissione degli anni settanta (Odeon). Dopo un giorno di fatica, a tirare la carretta, a discutere col capo o a fare i conti con i capricci di un cliente non troppo educato, ci concediamo tutti la giusta ristorazione mentale, avendo solo il dubbio della scelta tra Rai, Mediaset, Sky, Sportitalia e la miriade di canali privati e locali che danno sfogo alle esigenze di tutte quante le tifoserie con relative curiosità su questa o quella trattativa e filo-dirette con gli ascoltatori-spettatori. Relax allo stato puro, perchè lontani dal risultato ad ogni costo, lontani dai dileggi, gli insulti e dalle tossine delle sconfitte nelle partite vere che qualche volta tolgono pure il sonno. Insomma una vera e propria pacchia per chi ama questo sport e per coloro che vogliono solo divertirsi e si accontentano di farlo senza il calcio giocato sui campi verdi, quelli di pallone, che in Italia è ancora troppo distante dal “gioco” che dovrebbe invece unirci e rendere felici.