Il 13 gennaio del 1910 è una giornata storica per il calcio perché viene ufficializzata, per la prima volta, la creazione della Nazionale Italiana di Calcio maschile su indicazione dell’allora Presidente della Federazione Italia Giuoco Calcio Luigi Bosisio. La Nazionale in questione disputerà la prima partita soltanto il 15 maggio dello stesso anno all’Arena Civica di Milano. La partita terminerà con il risultato di 6-2 per l’Italia contro la Francia, con tripletta del milanista Pietro Lana.
Inizialmente la Federazione sceglierà il bianco, colore neutrale, in attesa di quello ufficiale da abbinare alla maglia e alla storia italica, come si stava facendo in altri Paesi dove il calcio si era già affermato. Dalle partite del 1911 verrà adottato stabilmente il colore azzurro, prendendo spunto dallo stemma della casa reale dei Savoia. Sarà sostituito dal colore nero nella competizione mondiale del 1938 per tornare all’azzurro subito dopo. Nel corso del secolo questo colore sarà poi declinato in varie sfumature tanto che far entrare i calciatori nella storia come “gli Azzurri”.
Oggi la Nazionale maggiore maschile vanta quattro titoli mondiali (Italia 1934, Francia 1938, Spagna 1982 e Germania 2006) e due europei (Italia 1968 e Europa 2020), un oro olimpico nel 1936 e due negli anni ’20 e ’30.
La Nazionale italiana di Calcio, quindi, ha poco più di 100 anni alle spalle. Ripercorrendo gli ultimi quarant’anni, quelli che conoscono tutti (sia come spettatori diretti che indiretti), vediamo l’Italia di Bearzot al Mondiale di Spagna 1982. La nazionale azzurra nella seconda fase a gironi l’Italia si ritrova con Argentina e Brasile: la squadra vince per 2-1 contro la selezione di Maradona e per 3-2 col Brasile e l’11 luglio 1982, a Madrid, l’Italia vince per la terza volta il campionato del mondo.
Negli anni seguenti, la squadra azzurra non riesce ad ottenere risultati soddisfacenti, nemmeno nella competizione mondiale disputata in Italia nel 1990 e nemmeno con il cambio commissario tecnico. Infatti, Sacchi voleva utilizzare la tecnica della “Rivoluzione culturale” già applicata al Milan, ma questa volta infruttuosa.
Negli anni 2000, la squadra della Nazionale ha iniziato un po’ la sua risalita qualitativa, con in panchina prima Zoff ( ex calciatore della Nazionale, vincitore dei Mondiali ’82), poi Trapattoni, dove vediamo l’ingresso in prima squadra dei calciatori che ci hanno fatto sognare nel 2006 con la vittoria del quarto titolo mondiale: Totti, Nesta (i quali annunciarono i loro addii alla maglia della Nazionale), Cannavaro, Del Piero, Grosso e altri.
Dopo il 2006, la squadra italiana attraversa di nuovo un periodo buio tra esoneri dei commissari tecnici, sconfitte pesanti, eliminazioni e mancata qualificazione al Mondiale 2018. Mancini è messo a capo della squadra, per guidare gli azzurri, prima alla qualificazione e poi alla conquista dell’Europeo 2020. Gli Azzurri fin da subito hanno convinto della loro bravura in Inghilterra, vincendo poi la seconda coppa continentale.