Era il 10 Giugno 1934 quando allo Stadio del Partito Nazionale Fascista di Roma, l’ Italia e al Cecoslovacchia si fronteggiarono nella finalissima del campionato di calcio.
L’attesa era estenuante, quando allo Stadio del Partito Nazionale Fascista di Roma, la selezione italiana guidata dal commissario tecnico Vittorio Pozzo e la Cecoslovacchia scesero in campo.
Quattro anni prima, in Uruguay, l’Italia, vincitrice della Coppa Internazionale, non aveva preso parte alla prima edizione dei mondiali di calcio.
L’Italia non partiva come la squadra favorita, infatti, pur essendo la nazione ospitante, la nazionale fu costretta a prendere parte alla fase di qualificazione. La Cecoslovacchia era considerata una delle migliori nazionali europee del momento. La stampa europea aveva definito la squadra straniera “i maestri cecoslovacchi”
Per la finale allo Stadio del Partito Nazionale Fascista di Roma l’Italia scese in campo con una formazione composta da: Gianpiero Combi (portiere), Eraldo Monzeglio e Luigi Allemandi (difensori), Attilio Ferraris, l’oriundo argentino Luis Monti e Luigi Bertolini (centrocampisti) e ben cinque attaccanti, Enrique Guaita, Giuseppe Meazza, Giovanni Ferrari, Angelo Schiavio e Raimundo Orsi.
La partita
La partita si giocò quasi in equilibrio, con una lieve prevalenza dei cecoslovacchi. Si giunse fino al 71 minuto di gara con lo 0-0. Ma a un certo punto Puč calciò in rete e riuscì ad ammutolire i tifosi italiani che, a soli 19 minuti dalla conclusione, vedevano svanire il sogno del mondiale.
Ma a salvare la situazione, in maniera del tutto insperata, fu Orsi. Questo segnò una rete definita “spettacolare” con un tiro a effetto da 20 metri a nove minuti dalla fine. Questa mossa portò la partita ai supplementari, durante i quali un’Italia aiutata dalla stanchezza degli avversari riuscì a chiudere la partita con una rete di Schiavio. Questo per la fatica svenne sul campo di calcio al 95esimo minuto. L’Italia vinceva così il primo dei suoi quattro titoli mondiali.