Poteva essere una grande occasione! E invece è un grande rimpianto! Il fiume Sarno torna ad essere il fiume più inquinato d’Europa.
Acque cristalline, sequestri e arresti per scarichi illegali.
Il lock down era stata la più grande opportunità mai giunta ma con la ripartenza sono tornati i veleni e gli scarichi di fogne a cielo aperto. E gli ecologisti continuano a combattere.
La plastica è tornata a infestare la campagna. E le condotte industriali a colorare l’acqua di rosso o di nero o dei riflessi arcobaleno dell’olio minerale, alternati a bollicine e batuffoli di schiuma.
In realtà gli scarichi a cielo aperto delle fogne urbane non hanno mai smesso di inquinare.
Il fiume più inquinato d’Europa: un pò di storia
Gli abitanti del grande bacino idrografico, che interessa le province di Napoli, Salerno e Avellino, pagano pesantemente il prezzo dell’incuria.
La notte tra il 5 e il 6 maggio 1998 valanghe di fango smosse dalla pioggia uccidono centosessanta persone e distruggono centottanta case. E poi ecco l’effetto delle sostanze cancerogene disperse lungo la pianura, dove convivono concerie di pelli, fabbriche che trasformano i pomodori in scatole di pummarola e la catena alimentare con le coltivazioni di ortaggi in serra e all’aperto.
Una contaminazione invisibile, lenta e quotidiana documentata fin dal 1997, con l’indagine epidemiologica dell’Organizzazione mondiale della sanità che segnalò un diciassette per cento in più dei casi di cancro e leucemie tra gli abitanti della zona.
Dalla primavera 2019, con un piano tecnicamente intitolato “Programma degli interventi di mitigazione del rischio idraulico di interesse regionale afferenti il bacino idrografico del fiume Sarno”, la Regione Campania ha finanziato lavori per 217 milioni: poco più di duecento milioni stanziati da Bruxelles attraverso i programmi operativi del fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013 e il resto a carico del bilancio campano. Il fiume Sarno ha infatti anche questo straordinario primato. Dal 1995 ha prosciugato l’equivalente di 666 milioni di euro, attraverso una selva di interventi decisi da autorità, enti, agenzie e commissari straordinari, ai quali si aggiunge nel 2018 una ulteriore previsione di spesa regionale di 401 milioni. Fanno un totale di quasi un miliardo e settanta milioni di euro: quarantacinque milioni a chilometro, all’incirca lo stesso costo della linea ad alta velocità Roma-Napoli, anche se l’acqua dalle sorgenti al mar Tirreno si muove gratis.
Non solo il fiume soffre
Il rischio di contaminazione da liquami fecali e industriali non riguarda soltanto il fiume. Arriva a coinvolgere la falda grazie alla diffusione di pozzi illegali che, per l’eccessivo pompaggio, richiamano dall’alto acque con tassi di inquinamento più elevati.