I ricercatori della Georgetown University, negli Stati Uniti, hanno appena scoperto una molecola naturale definita anti-obesità. Il loro studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, rivela che la molecola in questione è una proteina naturale, il cui nome è FGF-BP3, studiata in principio perché coinvolta nello sviluppo del cancro.
La proteina appartiene alla grande famiglia dei “fattori di crescita dei fibroblasti”, che sono venti proteine in grado di attivare la duplicazione cellulare per determinate cellule bersaglio.
BP3 si distingue tra di esse come “proteina chaperone“.
Il suo ruolo è quello di assistere le sue simili durante il loro percorso di maturazione.
Queste proteine suscitano da anni l’interesse dei ricercatori, i quali si sono ad esempio concentrati sullo studio della sintesi della proteina BP1, definito come potenziale biomarcatore dei tumori.
Solo recentemente lo studio si è spostato concentrandosi sul caso di BP3, rivelando le inaspettate proprietà della proteina chaperone.
“Abbiamo scoperto che BP3 contribuisce in modo sostanziale al controllo del metabolismo”, afferma il ricercatore Anton Wellstein, responsabile dello studio, nonché professore di oncologia e farmacia al Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center.
La proteina BP3 assolve il semplice ruolo di “chaperone” a tre specifiche proteine FGF, FGF19, FGF21 e FGF23, tris di proteine, i cui primi due membri servono alla regolazione dello stoccaggio di zuccheri e lipidi.
“Quando si dispone di più proteina chaperone BP3, l’effetto di FGF19 e FGF21 aumenta […]. Questo rende BP3 un potente regolatore del metabolismo di zuccheri e grassi. È come avere a disposizione un numero molto più grande di taxi a New York per trasportare tutte le persone che devono spostarsi. Con un metabolismo potenziato, gli zuccheri nel sangue e il grasso prodotto nel fegato vengono utilizzati per scopi energetici e non conservati. Abbiamo scoperto che la somministrazione di otto dosi del trattamento a base di BP3 per un periodo di diciotto giorni è stato sufficiente a ridurre il grasso corporeo di un terzo in topi obesi”, afferma il ricercatore Anton Wellstein.
Inaspettato il successo della sostanza, la quale si è rivelata in grado di ridurre i problemi legati all’obesità, quali glicemia alta e problemi al fegato, non mostrando alcun tipo di effetto collaterale, almeno per il momento.