Il Bonus Cultura, 18app, ha messo nei guai 700 persone: la Guardia di Finanza contesta tra i reati, un uso indebito per un ammontare di 1,6 milioni di euro. La scorsa settimana il Ministero per i Beni culturali e la Guardia di Finanza, hanno confermato l’esito di una serie di accertamenti che hanno accertato una frode ai danni dello Stato basata sulla compravendita di beni, spesso smartphone o altri dispositivi. Solo gli insegnanti possono acquistare hardware e software. Il rischio per i giovani e i negozianti coinvolti è quello di esser sanzionati con cifre che supererebbero di tre volte il bonus ottenuto.
Nell’ambito di una vicenda che assume proporzioni sempre più grandi, interviene, dal proprio profilo Facebook, anche il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, che ha dichiarato: “Stiamo registrando un numero crescente di frodi, soprattutto sui social, quasi sempre alla luce del sole. Voglio ricordare ai ragazzi che usufruiscono dei 500 euro da spendere in beni legati alla cultura che il bonus non è vendibile ma strettamente personale. Non è ammessa alcuna compravendita – e – agli esercenti, invece, voglio ricordare che i beni acquistabili con il bonus sono elencati in maniera precisa e non è ammessa alcuna deroga. Questo deve essere chiaro a tutti. Stiamo parlando di soldi pubblici che vengono erogati per offrire prodotti culturali ai diciottenni, senza altri scopi”.
Intanto, proprio per evitare frodi o attività illecite, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Comandante della Guardia di Finanza, Zafarana e il Ministro Bonisoli, con l’obiettivo di promuovere un costante interscambio di dati, notizie e informazioni utili per le attività di rispettiva competenza nonché a potenziare le iniziative a contrasto dei fenomeni di frode connessi con le pubbliche erogazioni.
Da ricordare infine che tutti i nati nel 2000 avranno tempo fino al 30 giugno per iscriversi alla piattaforma 18App ed accedere al bonus. Per quanto riguarda le pene, i giovani che hanno abusato del Bonus Cultura non rispettando la legge ora dovranno pagare una sanzione amministrativa che varia da 5.164 euro a 25.882 euro se “la somma indebitamente percepita” non supera i 4.000 euro. Invece, per i commercianti accusati di “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”, la Guardia di Finanza sta provvedendo al sequestro dei beni mobili e immobili, con ordine alle banche di sequestrare qualunque somma dovesse pervenire sui suoi conti fino a raggiungere la somma di 317mila euro, pari ai bonus incamerati.