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Benzinai in autostrada chiusi dal 30 novembre

I Benzinai in autostrada annunciano chiusure a causa del calo delle vendite dovuto alle limitazioni per contrastare l’avanzare dell’epidemia.

Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio chiedono che quanto previsto dal Decreto Ristori venga esteso anche ai gestori degli impianti di rifornimento, affermando che “se non c’è mobilità, non ci sono erogati e non c’è fatturato. E i gestori non possono rimanere con gli impianti aperti a solo presidio del territorio”.

I sindacati rendono nota una mancanza di interesse da parte del Ministro Patuanelli al quale più volte hanno richiesto un tavolo di confronto.

La denuncia arriva direttamente con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella quale annunciano future chiusure.

La situazione è tale da non riuscire a garantire il proseguo delle attività.

La limitazione degli spostamenti a causata dalle chiusure di Marzo, prima, della forte spinta verso il lavoro in smart working, la chiusura delle scuole e la suddivisione in zone di rischio che impediscono la libera circolazione ora, ha fatto registrare al settore una perdita in questo 2020 del 40% per ciò che concerne la viabilità ordinaria e del 70% per quella autostradale. La mancanza di mobilità crea, tengono a sottolineare i sindacati, un buco nei fatturati ed è per questo che anche questa categoria necessita dell’attenzione del governo.

La scorsa primavera il governo si era impegnato per assicurare a tutti i giusti sussidi ma Faib, Fegica e Figisc/Anisa sottolineano che non si sono concretizzati gli interventi ripetutamente annunciati, come ad esempio, il ‘trasferimento’ alle gestioni della riduzione delle royalties da parte dei Concessionari Autostradali agli Affidatari ed inoltre la categoria dei benzinai è stata totalmente esclusa, con il nuovo decreto,da forme di ulteriore sostegno economico. Una decisione arrivata nonostante più volte si erano palesate le perdite economiche derivanti dalle disposizioni nazionali e regionali.

Questi i motivi che hanno portato alla decisione di interrompere le attività. Nella lettera inviata al Presidente Conte,i sindacati di categoria denunciano l’esaurimento delle disponibilità economiche e il pressoché azzeramento delle vendite a fronte del mantenimento dei costi fissi. Procederanno quindi in questo modo: dal  27 Novembre, verranno sospese le aperture notturne e, dalla settimana seguente, anche quelle diurne.