Ludwing van Beethoven è stato un famoso compositore. Di origini tedesche, è considerato uno dei compositori e direttori d’orchestra più importanti ed influenti della musica del XIX Secolo. Fu tra gli ultimi, ad avvicinarsi al classicismo viennese ed era capace di trasportare nella musica chi lo ascoltava suscitando emozioni negli ascoltatori.
La grandezza del suo talento sta sicuramente nel fatto che era quasi completamente sordo. Nonostante il problema, egli era completamente in grado di comporre opere. All’età di soli 30 anni, venne colpito da una forma di ipoacusia, quindi un indebolimento dell’apparato uditivo. Questa particolare condizione non gli impedì di continuare a comporre e suonare. Al contrario, è proprio dopo i 30 anni che Beethoven raggiunse l’apice della sua carriera componendo opere di grande rilievo.
Il debutto dell’Eroica
Il 7 Aprile 1805 è stata una data molto importante per l’artista. Infatti, fu proprio il 7 Aprile, che Beethoven, presentò per la prima volta la sua terza sinfonia.
Si esibì presso il Theater an der Wien, famoso teatro d’opera viennese. L’opera in Mi bemolle detta “Eroica” fu composta fra il 1802 e 1804.
La sinfonia, inizialmente composta per Napoleone Bonaparte sarà poi indirizzata al Principe Joseph Franz Maximilian Lobkowitz, un aristocratico appassionato di musica che ospiterà Beethoven più volte nelle sue abitazioni.
Il lavoro è di natura molto complessa ed è composto da quattro movimenti:
- Allegro con brio (12–18 min.)
- Marcia funebre: Adagio assai (14–18 min.)
- Scherzo: Allegro vivace (5–6 min.)
- Finale: Allegro molto (10–14 min.)
L’esposizione massima della sinfonia si ha nella seconda parte, la Marcia Funebre, caratterizzata da rulli di timpani e trombe. 55 Minuti di movimento che non si concede pause, la melodia composta da una ritmica incessante, è fluida ma allo stesso tempo non scontata ed inconfondibile. Nonostante il periodo particolare dal punto di vista storico l’Eroica non cita canti rivoluzionari ma fa percepire la psicologia e le sensazioni dell’animo umano sempre in contrasto con se stesso.
Ancora oggi, la terza sinfonia di Beethoven viene considerata tra le opere che hanno fatto raggiungere all’artista l’apice del successo.