Secondo la Bce il Pil cresce lentamente in Europa. Scendo l’istituto infatti i dati riguardanti l’economia europea, ricavati da indagini condotte nel corso dell’anno, riporterebbero un lieve calo che si protrae dal secondo trimestre. A segnalarlo è la Bce, che riporta suddette considerazioni nel bollettino economico 5, affermando in particolare che nel primo trimestre del 2019 il Pil in termini reali è aumentato sul periodo precedente dello 0,4%.
“I nuovi dati sull’andamento economico e le informazioni ricavate dalle indagini continuano a segnalare tassi di crescita leggermente inferiori nel secondo e nel terzo trimestre. L’andamento del Pil riflette soprattutto la protratta debolezza del commercio internazionale in un contesto influenzato dal prolungarsi delle incertezze su scala mondiale, che gravano in particolare sul settore manifatturiero dell’area dell’euro”, afferma l’Eurotower.
Il Consiglio direttivo della Bce ha adeguato le proprie indicazioni riguardo le prospettive inerenti i tassi di interesse di riferimento, “sottolineando la propria determinazione a intervenire se le prospettive di inflazione a medio termine continueranno a essere inferiori all’obiettivo prefissato”, come segnalato dalla Bce nel Bollettino economico n 5.
“Il Consiglio direttivo ha altresì posto in risalto la necessità di un orientamento di politica monetaria altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo, poiché i tassi di inflazione, sia nella realtà sia nelle proiezioni, si sono collocati costantemente al di sotto di livelli in linea con il valore previsto. In questo contesto, il Consiglio direttivo ha incaricato i comitati competenti dell’Eurosistema di valutare alcune possibilità, fra cui modalità di rafforzamento delle indicazioni prospettiche in merito ai tassi di interesse di riferimento, misure di attenuazione, quali l’elaborazione di un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve, e alcune possibili opzioni riguardanti la dimensione e la composizione di eventuali nuovi acquisti netti di attività. Il perdurare di incertezze connesse a fattori geopolitici alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti sta indebolendo il clima di fiducia, in particolare nel settore manifatturiero. Se da un lato gli ulteriori incrementi dell’occupazione e le retribuzioni in aumento continuano a sostenere la capacità di tenuta dell’economia, dall’altro l’attenuazione della dinamica della crescita mondiale e la debolezza del commercio internazionale continuano a gravare sulle prospettive per l’area dell’euro”, afferma la Bce.
“La speranza è che la politica monetaria accomodante sia confermata anche dopo il cambio al vertice tra Draghi e Lagarde. È fondamentale, per il nostro Paese, così altamente indebitato e a rischio costante di una procedura d’infrazione, che riprenda il Qe. Nel Bollettino si attesta che è bastato che la Commissione europea decidesse di non avviare una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo per far diminuire i differenziali sui titoli di Stato italiani di 77 punti base. Un dato sul quale il Governo Conte dovrebbe riflettere”, afferma il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona in merito.