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Barra, uomo si toglie la vita impiccandosi nella sua fabbrica

Barra, Napoli est. Trovato il cadavere di un uomo impiccato all’interno di una  piccola fabbrica situata in via Murelle. L’uomo è risultato poi essere A.N., 68enne proprietario dello stabilimento. 

L’azienda manifatturiera di legname e ferramenta era stata temporaneamente chiusa a causa dell’emergenza Covid-19, con le logiche conseguenze economiche che si possono immaginare.

In base ai primi rilievi effettuati dai carabinieri intervenuti sul posto, il proprietario della fabbrica si sarebbe suicidato con una fune, travolto dalla crisi economica.

Quando sono arrivati i sanitari del 118 era ormai troppo tardi, la catastrofe Coronavirus aveva già fatto l’ennesima vittima, in questo caso per la disperazione causata dal non saper più come andare avanti senza risorse economiche.

L’uomo ha lasciato una lettera ai suoi familiari.

Quella di Barra è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle tragedie avvenute in questo periodo, scatenate dall’epidemia del Coronavirus. Negli ultimi tempi, la cronaca ha raccontato di oltre dieci atti suicidari in tutta Italia: “L’incremento dei suicidi cui, in  Italia e nel resto del mondo, stiamo assistendo, purtroppo non deve sorprenderci. Era prevedibile, dopo la drammatica emergenza sanitaria per l’epidemia da Covid-19, che potesse scoppiare anche un’emergenza di ordine psichiatrico”, spiega il professor Armando Piccinni, psichiatra e presidente della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Neuroscienze e Psichiatria.

“Al di là dei singoli casi – continua Piccinni – gli studi scientifici dimostrano che ogni qual volta siamo vittime di epidemie, crisi economiche, emergenze internazionali e cataclismi, assistiamo anche ad un incremento dei disturbi di natura mentale che possono portare, nei casi più estremi, a idee di auto-soppressione”.

“Queste manifestazioni – spiega ancora il presidente della Fondazione BRF – si inseriscono in un più ampio complesso di comportamenti che di regola segue periodi con altissimi livelli di stress e traumi di inaudita violenza. Dopo ogni trauma segue un periodo di rielaborazione e di paura, in cui ognuno reagisce con il proprio temperamento e resiste con la propria resilienza. Che i suicidi possano crescere numericamente è un rischio concreto se teniamo conto della gravità dei traumi che tante persone hanno subito”.

“Proprio per questa ragione – conclude Piccinni – la Fondazione BRF ha presentato un progetto, già all’attenzione delle istituzioni nazionali e di varie amministrazioni regionali, per fronteggiare l’emergenza psichiatrica e sociale, con la creazione di una Task-force. In questo progetto, sostenuto da diversi istituti universitari e di ricerca, ed enti professionali (psicologi e biologi), fondamentale sarà la rete che si andrà a creare tra la Task-force stessa, i medici di famiglia, gli enti del Terzo settore e il mondo del volontariato. Costruire una nuova comunità è l’unico modo per vincere questa battaglia”.