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Aumento della povertà in Italia: essenziali le food banks

Non è affatto inopportuno sostenere che la pandemia abbia avuto ripercussioni serie sulla popolazione italiana e causato un generale aumento della povertà. Nel 2020 le famiglie in uno stato di povertà assoluta in Italia hanno superato la soglia dei due milioni. Secondo fonti ISTAT, ben un milione in più del 2019.

Le stime preliminari ISTAT delineano una situazione non troppo rassicurante riguardo l’aumento della povertà: nel corso della pandemia la povertà assoluta ha raggiunto valori maggiori del 2005. L’incremento maggiore di povertà si registra al Nord Italia, ma è il Sud a detenere una più alta povertà assoluta.

In questo contesto le food banks, organizzazioni — in genere non a scopo di lucro — che si occupano della redistribuzione di cibo prossimo alla data di scadenza o al deterioramento, hanno dovuto fare i conti con numeri sempre crescenti e si sono dimostrate essenziali per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Aumento della povertà: le sfide del futuro delle food banks

Le food banks europee, nei primi quattro mesi di pandemia, hanno registrato un incremento nella domanda di cibo del 50%. In particolare, in Italia, ad occuparsi dell’emergenza è stata la Fondazione Banco Alimentare Onlus, attiva dal 1989.

La professoressa Laura Michelini, impegnata nel monitoraggio dei modelli di food recovery, ha dichiarato: “nell’attuale situazione emergenziale queste associazioni hanno avuto certamente un ruolo importante e determinante. Tuttavia, la crisi economica che stiamo vivendo deve poter rappresentare anche lo stimolo e l’occasione per una riflessione sugli attuali modelli di redistribuzione alimentare“. 

Per il futuro, infatti, la professoressa Michelini si augura che i modelli di food recovery possano superare la loro tradizionale impostazione assistenzialistica e contribuire sempre di più alla riduzione degli sprechi con ancora maggiore tracciabilità e trasparenza.

Conclude, infatti: “le banche del cibo sono organizzazioni preziose e fondamentali, nel nostro tessuto economico sociale, ma è opportuno che a questa formula si integrino modelli nuovi, capaci di rispondere ai problemi sociali e ambientali in modo più strutturale“.

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.