L’aumento dei costi sta generando un vero e proprio effetto domino con rincari anche nelle cosiddette filiere low cost.
Sempre più italiani scelgono di fare la spesa nei discount, che diventano un’esigenza economica indispensabile per far fronte alle tante spese del cosiddetto paniere.
Scegliere punti vendita low cost per acquistare cibi e prodotti per la casa, non vuol dire comprare merce di qualità inferiore, ma bisogna fare attenzione, soprattutto alle offerte che riguardano prodotti noti e pubblicizzati, sui quali i costi all’interno dei discount, risulta essere più alto.
Nonostante la convenienza di molti punti vendita low cost, l’aumento già ampiamente annunciato durante gli scorsi mesi, dell’energia elettrica ma anche del gas, si ripercuote anche su questi punti vendita.
Tantissimi i prodotti a basso costo che stanno subendo una vera e propria impennata del costo, rispetto a quello iniziale.
Tra gli alimenti che entro agosto, secondo gli economisti, subiranno un aumento cospicuo, ci sono i beni di prima necessità, tra i quali i pomodori.
I cosiddetti pelati in scatola, subiranno un rincaro sul costo di vendita del 25%.
Anche il costo della pasta, centesimo dopo centesimo è cresciuto a dismisura.
Tra le verdure e gli ortaggi più cari ad oggi: zucchine ed insalate.
Gli agricoltori per le operazioni colturali mi, ha spiegato ieri la Coldiretti, sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione.
Circa un mese di stipendio. Sembra strano da credere ma è quanto si risparmia secondo gli economisti, se si spende in un discount o negozio low cost.
Caro prezzi: il carrello della spesa diventa sempre più costoso
All’aumento dell’energia elettrica e dei prodotti alimentari anche nelle filiere economiche, si aggiungono i costi del trasporto che danneggino in particolar modo le isole.
Il “grido d’allarme” dei consumatori è forte e lecito e la situazione risulta in peggioramento.
La crescita esponenziale dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi e il gasolio per le imbarcazione con oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante.
Un vero e proprio circolo vizioso che porterà gli italiani a spendere somme sempre più alte.
La crescita dei costi energetici, delle materie prime e dei problemi nella catena di somministrazione generano conseguenze importanti sugli scaffali alimentari, con notevoli aumenti di prezzo nell’ultimo mese. E gli italiani si trovano costretti a correre ai ripari, cercando in tutti i modi di risparmiare.
Il caro prezzi legato alla pandemia fa volare gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +6,5%.
Ma come stanno reagendo i consumatori all’aumento dei costi della spesa?
Sicuramente uno degli aspetti più evidenti è quello della varietà dei consumi, gli italiani preferiscono acquistare sempre di più beni di prima necessità su cui la grande distribuzione ha margini risicati.
Aumento dei costi: da Nord a Sud
Il “caro spesa” interessa tutto il Paese, da Nord a Sud la situazione non cambia. A Napoli nelle strade eleganti del quartiere di Chiaia come nella zona collinare in molti scelgono le botteghe di zona, sempre ben fornite e con costi più convenienti anche rispetto ai discount.
Una famiglia di quattro persone che a Napoli deve fare la spesa al supermercato in un anno spende 7.840 € praticamente la stessa cifra di Milano (7.887 €).
Ecco perché spesso si scelgono le piccole botteghe o mini market considerati alla stregua dei discount (senza marchio).
Indipendentemente dalla città, in rapporto anche al numero di discount o supermercati presenti, il momento è delicato e le soluzioni da parte del Governo centrale sembrano essere inadeguate a contenere l’aumento dei costi. Non solo l’energia elettrica a pesare sulle famiglie, ma anche: generi di prima necessità, frutta e verdura.