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Assassinio Carol, la confessione di Fontana: “Si muoveva ma continuavo a colpirla”

Arrivano dettagli agghiaccianti sulla confessione di Davide Fontana, l’uomo di 43 anni, che ha ucciso Carol Maltesi, la 26 enne i cui resti sono stati trovati lo scorso 20 marzo a Borno, vicino Brescia. Fontana durante l’interrogatorio di ieri mattina ha ricostruito dettagliatamente gli ultimi attimi di vita della donna.

La confessione di Davide Fontana

Secondo il 43 enne, dopo la registrazione di una prima scena di sesso con la 26 enne la coppia si sarebbe spostata in camera da letto dove “ho legato i suoi polsi al palo da lap dance e le ho messo un sacchetto di plastica nero sulla testa“.

Carol era completamente nuda, sdraiata a terra a pancia in su. Le ho legato i piedi, ho preso un martello e ho cominciato a colpirla ovunque, dalle gambe in su“. Poi, avrebbe aggiunto, “una volta arrivato alla testa ho cominciato a colpirla forte“.

L’omicidio quindi sarebbe arrivato al culmine di un gioco erotico, senza apparenti spiegazioni. “Poi non ho capito più nulla. Non so perché l’ho fatto, non ho idea di cosa sia successo. Lei si muoveva ma io continuavo a colpirla“. ha spiegato Fontana nelle tre ore di interrogazione presso la caserma dei Carabinieri di Brescia.

“Le ho tagliato la gola per pietà”

Dopo i violenti colpi, le ha tolto il sacchetto di plastica dalla testa:

Credevo fosse morta – ha detto ai militari -. Perdeva molto sangue e non sapendo che altro fare le ho tagliato la gola con un coltello da cucina“.

L’uomo ha descritto questo come un atto di pietà per mettere fine all’agonia della donna. Dopo aver lasciato l’appartamento, ci è tornato per smembrare il corpo della 26 enne, i cui resti sono stati prima tenuti in freezer e poi lasciati in dei sacchi neri a Borno, vicino Brescia.