Mano bionica Il progresso scientifico ha da sempre accompagnato un progresso medico, ciò è risaputo, spesso è proprio il progresso medico a richiedere innovazioni, mescolandosi nel connubio perfetto, a causa del quale l’uno è motore immobile dell’altro.
È stato eseguito per la prima volta uno degli interventi più inverosimili, quasi fantascientifico!
Non capita tutti i giorni di sentir parlare dell’impianto di una mano bionica del tutto simile a quella naturale, evento che segnerà una svolta epocale nella medicina moderna.
I ricercatori sono stati in grado di stimolare i nervi del braccio amputato riproducendo segnali in grado di emulare quelli naturali, differenziandosi tra i vari tipi di neuroni presenti nei polpastrelli della mano.
Cio ha permesso di realizzare una protesi dotata di maggiore realismo e funzionalità, in grado di far provare sensazioni ai pazienti.
Il nuovo metodo clinico deriva direttamente da una ricerca pubblicata su una delle più prestigiose riviste neuroscientifiche, Neuron.
Ad eseguire le ricerche e gli studi è stato un gruppo di ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dell’Ècole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), dell’Università di Friburgo, del Policlinico Gemelli di Roma.
Il coordinatore del progetto, Silvestro Micera, docente di Bioingegneria all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, e titolare della Cattedra Bertarelli in Neuroingegneria Translazionale all’EPFL, insieme al suo team, è stato in grado di ideare e scrivere un codice in grado di comunicare, per la prima volta nella storia della medicina, direttamente con i nervi del braccio amputato, ricreando tutta la vasta gamma di sensazioni e percezioni che avrebbe ricevuto naturalmente dai neuroni tattili della propria mano.
Lo studio porta il titolo di “Biomimetic intraneural sensory feedback enhances sensation naturalness, tactile sensitivity and manual dexterity in a bidirectional prosthesis“.
I risultati raggiunti preannunciano innovazioni in ambito medico, un tale scoperta potrebbe cambiare radicalmente gli esiti della disciplina chirurgica in ambito protesico.
La ricerca sulle protesi artificiali create con l’obiettivo di permettere il recupero integrale della naturalezza dell’arto amputato, perseguito grazie ad un approccio interdisciplinare che affianca la neuroingegneria alla neurologia clinica e alla robotica, che grazie a simulazioni matematiche del comportamento dei neuroni è riuscita a tracciare il comportamento dei neuroni, ha avuto un esito importantissimo, per la prima volta si è riuscito a comunicare direttamente con i nervi del corpo umano, in particolare del braccio, trasportando messaggi chiari e sensazioni naturali, tutto ciò stimolando il nervo periferico ricreando segnali artificiali di poco differenti da quelli che i neuroni tattili, sensori naturali che si trovano nelle dita, fornirebbero al sistema nervoso in condizioni normali.