Una delle opere più iconiche ed enigmatiche del grande Leonardo da Vinci, e dell’arte mondiale, è la Gioconda, nota anche come la Monna Lisa.
La Gioconda, ritratto dipinto olio su tavola tra il 1503 e il 1504, mostra una donna seduta, girata leggermente verso sinistra ma con il viso fisso sul davanti, quasi come a guardare lo spettatore. Indossa un abito scollato, al passo con la moda dell’epoca, e sul capo un velo trasparente che tiene fermi i lunghi capelli.
Sullo sfondo, invece, ritroviamo un paesaggio fluviale con picchi rocciosi e speroni, tipici del repertorio leonardesco e presente anche in opere di rilevante pregnanza artistica come “La Vergine delle Rocce“. Ed è proprio da questo paesaggio che Luca Tomio, studioso d’arte, fa la sua scoperta.
Secondo uno studio edito in volume di Luca Tomio, il grande Leonardo non si trovava in Toscana, come si pensava, bensì in Lombardia.
La scoperta, che è stata resa possibile grazie a numerose analisi di alcuni disegni (in particolare analisi geomorfologiche), ha portato alla conclusione che il paesaggio dipinto dietro la misteriosa figura della Monna Lisa, fosse quello delle Prealpi lombarde.
Tomio ha poi dichiarato: “Grazie a riscontri topografici e geografici, a destra, troviamo la Valle dell’Adda ripresa a volo d’uccello dalla Forra di Paderno fino alla confluenza nel Lago di Lecco, e a sinistra, le formazioni calcaree tipiche dei monti lecchesi, con in primo piano il Resegone e in evidenza il Pizzo d’Erna e il Canalone della Rovinata”.
La Gioconda è ancora oggi avvolta da un velo di mistero e ispirazione, tanto amata quanto criticata, ma capace di far parlare ancora di sé.
Conservata al museo del Louvre di Parigi è una delle tappe obbligatorie più gettonate da migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.