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Appello all’Europa, i rischi delle tempeste magnetiche

Secondo il rapporto pubblicato sul Journal of Space Weather and Space Climate da un comitato di esperti di meteo dello spazio, del quale fa parte il fisico italiano Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e università di Trieste, negli ultimi anni c’è stata una crescente consapevolezza internazionale sui rischi legati alle tempeste magnetiche.

Le tempeste magnetiche creano un disturbo della magnetosfera terrestre, cioè lo spazio circostante un corpo celeste, temporaneo, causato dall’attività solare e rilevabile dai magnetometri in ogni punto della Terra.

Infatti, il Sole, durante queste tempeste, produce forti emissioni di materia dalla sua corona che generano un forte vento solare e le cui particelle ad alta energia vanno ad impattare il campo magnetico terrestre, nel momento in cui fossero indirizzate proprio verso la Terra, dalle 24 alle 36 ore successive all’espulsione di massa coronale.

Duranti tali eventi, le condizioni meteorologiche spaziali possono essere altamente distruttive e come spiega Messerotti: “causando danni a satelliti, reti elettriche, problemi nelle comunicazioni radio (compresi i cellulari) e nella navigazione Gps.”

Lo stesso Messerotti ha poi aggiunto: ” Generalmente interessano le latitudini più alte, ma studi recenti hanno dimostrato che nel passato ci sono state tempeste geomagnetiche molto intense, con effetti fino all’equatore.

Questi eventi hanno portato gli esperti a richiedere maggiore impegno e approfondimento in tale ambito e  finanziamenti su base continuativa per la salvaguardia dei satelliti e delle reti elettriche.

Molti  Paesi, come l’Italia, hanno iniziato ad aumentare le loro attività in questo campo, ma ciò non basta.

Infatti secondo gli esperti, l’Europa necessita di una regia unica, oltre al bisogno di maggior approfondimento della ricerca, di miglioramento dei modelli che consentono di descrivere e prevedere le tempeste geomagnetiche, di definire una rete per le future osservazioni meteorologiche spaziali, andando anche a  supportare le missioni spaziali di prossima generazione e di migliorare la valutazione dei rischi a livello nazionale ed europeo.